Identità di genere a scuola, certificati medici per chi si identifica con sesso diverso da quello anagrafico e bagni solo per maschi e femmine. Stop agli asterischi e allo schwa. Proposta di legge della Lega

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La Lega ha depositato alla Camera una proposta di legge che mira a regolamentare il riconoscimento dell’identità di genere negli istituti scolastici.

Il provvedimento, presentato dal deputato Rossano Sasso, primo firmatario dell’iniziativa, introduce l’obbligo di certificazione medica per gli studenti che chiedono di essere riconosciuti con un’indicazione di sesso diverso da quello anagrafico.

Secondo il testo legislativo, composto da tre articoli, gli studenti potranno ottenere un riconoscimento alternativo “limitatamente alle attività in ambito scolastico” solo presentando un certificato del Servizio Sanitario Nazionale che attesti l’avvio della procedura di rettificazione dell’attribuzione di sesso, come previsto dalla legge 164/1982. La proposta stabilisce inoltre che bagni e spogliatoi nelle scuole debbano rimanere “separati in base al sesso maschile o femminile”, vietando l’accesso a servizi diversi rispetto al proprio sesso biologico attribuito alla nascita.

Consenso dei genitori obbligatorio e divieto di asterischi

Un altro punto cardine della proposta riguarda il consenso preventivo e scritto dei genitori per tutte le attività scolastiche che trattino tematiche legate a sessualità e affettività. “Con questa proposta il consenso informato delle famiglie non è più una mera raccomandazione dalle scuole ma diventa un obbligo di legge”, ha spiegato Sasso durante la conferenza stampa di presentazione.

Il testo legislativo vieta inoltre l’utilizzo di asterischi e schwa nelle comunicazioni scolastiche, imponendo l’uso “esclusivo” del riferimento al genere maschile o femminile. Anche la partecipazione alle competizioni sportive scolastiche viene regolamentata: non sarà consentito partecipare a gare “specificamente riservate a un sesso diverso da quello biologico” attribuito alla nascita.

Durante la presentazione della proposta, Sasso ha anche illustrato il suo libro intitolato “Il gender esiste”, sostenendo che dietro certe battaglie si nascondano “interessi economici, non ideali, dalla piccola ditta di cosmetici alle grandi multinazionali del farmaco che hanno interesse a medicalizzare a vita un ragazzo con la transizione di genere. Per noi l’autonomia scolastica è sacrosanta ma su tutto ciò che riguarda i progetti extracurriculari, i genitori devono essere informati e devono essere liberi di scegliere se far aderire i propri figli oppure no”.

Il deputato leghista ha dichiarato che l’iniziativa legislativa “nasce dall’esigenza di fornire un quadro di riferimento certo e adeguato agli operatori scolastici qualora situazioni di disforia di genere possano interessare alunne o alunni del sistema scolastico nazionale”.

Sasso ha affermato, inoltre, di aver condiviso il progetto con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che avrebbe “un ddl pronto da due mesi” sullo stesso tema. “Dalla risoluzione vogliamo fare una rivoluzione di buonsenso nelle scuole”, ha concluso il parlamentare, anticipando che ci saranno “riflessioni anche all’interno della maggioranza per portare a compimento al più presto possibile questa proposta”.

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