I voti mettono ansia e stress agli studenti, il pedagogista: “Il sistema di valutazione attuale è obsoleto e inefficace”

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“Il sistema di valutazione attuale è obsoleto e inefficace. Lo si dice da molto tempo in ambito pedagogico, sottolineando come la valutazione puramente sommativa e numerica dovrebbe lasciare il passo a una valutazione di tipo formativo, nella quale l’eventuale numero è solo il risultato finale (e perciò sdrammatizzato) di un percorso da realizzare insieme allo studente”.

Sono le parole di Raffaele Mantegazza, educatore e docente di Pedagogia generale e sociale all’Università Bicocca di Milano, che ha rilasciato al quotidiano Open a proposito delle proteste degli studenti delle ultime settimane contro il sistema scolastico, che con lo strumento della valutazione numerica andrebbe a generare ansia e stress, oltre che competitività fra studenti.

Secondo Mantegazza, “un percorso che deve partire sempre dalle risorse positive che lo studente mette in atto, superando la caccia all’errore cui spesso si riduce la verifica dei risultati e la valutazione“.

L’esperto si sofferma sull’importanza, per quanto riguarda la valutazione, di una una “biografia scolastica nella quale si provi a descrivere il percorso di ogni studente, comprendendo in esso anche la necessità fisiologica di momenti di pausa e di apparente regressione“.

Quello che mi sorprende del movimento degli studenti è il fatto che le richieste dei più giovani si basano su inchieste, questionari e sondaggi. E non su una contrapposizione generazionale (che peraltro sarebbe fisiologica)“, spiega ancora l’educatore e pedagogista. “Evidentemente – aggiunge l’esperto – dopo il Covid e la DAD (Didattica a distanza, ndr) questi giovani ci stanno dicendo tutto il loro amore per la scuola e il loro desiderio che essa sia all’altezza delle loro emozioni e dei loro investimenti“.

Il problema dell’ansia e dello stress non solo è vero, secondo Mantegazza, ma “non riguarda solo il mondo della scuola, ma più in generale quello dei ragazzi, continuamente sottoposti a una pressione spaventosa di un mondo adulto che li vuole sempre vincenti e performanti“.

Tutto ciò porta molti studenti ad una situazione critica, ovvero “coloro che pensano di non raggiungere un determinato livello di prestazioni, invece di essere liberi di esprimere il proprio talento indipendentemente dalle classifiche, sono frustrati e coloro che invece si collocano ai livelli più alti non reggono più la pressione che li vuole sempre vincenti“.

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