I viaggi d’istruzione sono un tabù per il 50% degli alunni: “Troppo cari, lo Stato ci dia una mano, ci rateizzi i costi”

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La ripresa dei viaggi di istruzione e delle uscite didattiche sta diventando una sfida per molte scuole a causa dell’aumento dei costi dei trasporti e dei preventivi delle agenzie di viaggio.

Questo sta mettendo a rischio il diritto allo studio per molti studenti. La situazione è peggiorata a causa dell’inflazione che grava sulle famiglie.

Il problema è esteso, come segnala La Repubblica, con molti studenti che sono costretti a rimanere a casa a causa dei costi proibitivi. I preventivi per i viaggi possono variare da 350 a 600 euro per un periodo di 3-5 giorni. Genitori e rappresentanti delle scuole stanno facendo appello per la richiesta di fondi, rateizzazioni dei costi e il PagoPa senza commissioni, poiché l’aumento dei costi minaccia la partecipazione degli studenti alle gite scolastiche.

Viaggi, stage e tirocini sono fondamentali per l’offerta didattica delle scuole, ma la situazione è complicata a causa dell’aumento dei costi dei voli. Alcune scuole hanno dovuto rinunciare ai viaggi all’estero e optare per destinazioni più vicine, mentre altre scuole hanno dovuto aumentare il budget per le gite scolastiche per far fronte all’emergenza.

La situazione è particolarmente grave per le scuole in zone dove i viaggi all’estero o anche solo uscire dalla zona sono l’unica opportunità per molti studenti di visitare l’Europa o il resto d’Italia. La scuola deve essere tutelata di più dallo Stato per garantire il diritto allo studio.

In generale, le gite scolastiche sono sempre più brevi e con meno studenti a causa dei costi e della situazione economica. Ci sono scuole che fanno di tutto per far partire tutti i loro studenti, ma purtroppo alcuni studenti restano a casa.

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