I giovani italiani e l’indipendenza: un traguardo molto lontano. Nel nostro Paese si lascia la casa dei genitori oltre i 30 anni
I giovani italiani faticano a spiccare il volo, e non solo in senso figurato. Secondo l’ultimo rapporto Eurostat basato su dati del 2023, in Italia si abbandona il nido familiare mediamente intorno ai 30 anni.
Il trend, stabile da un decennio, posiziona l’Italia al quinto posto in Europa, a pari merito con la Bulgaria, per l’età più avanzata di uscita dalla casa dei genitori. Peggio di noi fanno solo Spagna, Grecia, Slovacchia e Croazia, dove l’indipendenza si raggiunge intorno ai 31,8 anni. In contrasto, la media europea si attesta intorno ai 26 anni, con i giovani dei Paesi nordici che lasciano casa già a 21 anni.
Un’analisi del portale Skuola.net evidenzia che i giovani italiani affrontano diversi ostacoli verso l’indipendenza, principalmente di natura economica e sociale. L’Eurostat sottolinea come il forte legame familiare e i costi elevati della vita, come gli affitti nelle grandi città e la difficoltà di trovare un lavoro stabile, siano fattori determinanti. La casa dei genitori diventa così un rifugio sicuro, difficile da abbandonare senza una solida sicurezza economica.
In Italia, il 40,5% dei giovani vive in case sovraffollate, un problema che complica ulteriormente la ricerca di privacy e spazio personale. Questo dato è significativamente più alto rispetto al resto della popolazione, dove il sovraffollamento colpisce il 25%. In Romania e Bulgaria, la situazione è ancora più critica, con oltre il 55% dei giovani che vive in condizioni simili.
Il confronto con Paesi come Francia e Germania, dove i giovani lasciano la casa dei genitori rispettivamente a 23,7 e 23,9 anni, mette in luce le differenze culturali ed economiche che influenzano l’età dell’indipendenza. In Italia, il legame familiare e le difficoltà economiche continuano a ritardare il momento in cui i giovani possono finalmente spiccare il volo.