I giovani e il mito della chirurgia estetica. Morelli: “A 18 anni le ragazzine chiedono di rifarsi il seno. Non ti piaci? Non potrebbe capitarti di meglio. La bellezza è un veleno”

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Raffaele Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, in un’intervista al Corriere della Sera, lancia un monito sulla società odierna, definendola superficiale e caratterizzata da individui che indossano maschere di felicità.

Secondo Morelli, la tristezza svolge un ruolo fondamentale, poiché permette di far cadere queste maschere, rivelando la vera natura delle persone. Lo psichiatra, inoltre, sottolinea come la cultura attuale ci spinga a mostrare solo il lato positivo, impedendoci di esprimere le nostre emozioni autentiche.

L’ansia e il disagio dei giovani nell’era digitale

Morelli individua nell’ansia il principale disagio della società contemporanea, definendola “un tentativo dell’inconscio di portarti a un sapere superiore”. Particolarmente preoccupante è la situazione dei giovani, intrappolati, secondo lo psichiatra, in un mondo digitale che li rende “robot degli altri”. L’esperto, nel corso dell’intervista, evidenzia l’allarmante dato che vede il suicidio come la seconda causa di morte tra i 14 e i 25 anni, collegando questo fenomeno all’uso eccessivo di internet e dei social network.

La bellezza come veleno e l’importanza dell’accettazione

“A 18 anni le ragazzine chiedono di rifarsi il seno”, osserva Morelli, denunciando la crescente ossessione per la chirurgia estetica. “Ma se cambi il volto, modifichi l’immagine che avevi al momento in cui fosti concepito”, avverte lo psichiatra, sottolineando i rischi di una continua ricerca di perfezione esteriore. “Non ti piaci? Non potrebbe capitarti di meglio. La bellezza è un veleno”, conclude Morelli, invitando all’accettazione di sé e a non vivere in funzione del giudizio altrui.

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