I genitori non pagano la tassa sulla spazzatura? I bimbi perdono il diritto all’asilo nido comunale. Divampa la polemica a Como

A Como, l’educazione prescolare potrebbe dipendere dallo stato di pagamento delle tasse comunali. Questa controversa decisione è stata presa dal sindaco Alessandro Rapinese.
Secondo le nuove regole del Comune, i genitori che non sono in regola con il pagamento delle tasse, compresa la Tari, non possono iscrivere i loro figli all’asilo nido. Tale disposizione, che sembra collegare il diritto all’educazione alla solvibilità fiscale dei genitori, ha sollevato un’ondata di polemiche.
La situazione si è ulteriormente inasprita quando gli abitanti di Como hanno iniziato a ricevere lettere dal Comune, in cui veniva comunicato che le loro richieste di iscrizione all’asilo nido non sarebbero state considerate se non fossero in regola con il pagamento delle tasse comunali.
La scelta del Comune di Como ha sollevato critiche non solo perché lega la disponibilità dell’istruzione ai pagamenti delle tasse, ma anche perché sembra penalizzare i bambini per le azioni dei genitori. Mentre gli adulti possono affrontare la difficoltà di trovare un luogo in cui lasciare i loro figli durante le ore di lavoro, i più piccoli potrebbero perdere un’importante opportunità di apprendimento e crescita.
Questo non è l’unico provvedimento controverso adottato dal sindaco Rapinese. Nel marzo scorso, il primo cittadino comasco ha fatto notizia per aver istituito una multa di 50 euro per i genitori che ritardano più di quattro volte in un mese a ritirare i loro figli dalla scuola.
Nonostante le polemiche, Rapinese ha difeso le sue decisioni e ha persino suggerito che, se necessario, potrebbe aumentare l’importo della multa. Questa “crociata” contro i genitori potrebbe mettere a rischio il benessere dei bambini, coinvolgendoli in questioni adulte. Con decisioni così forti, il futuro dei più piccoli a Como è motivo di preoccupazione.