I figli della neo ministra dell’Istruzione in Francia non frequentano la scuola pubblica: “Tanti genitori come me sono frustati”. Ira dei sindacati

Appena nominata Ministra dell’Educazione Nazionale, della Gioventù e dello Sport il 11 gennaio, Amélie Oudéa-Castéra ha immediatamente sollevato polemiche nel neonato governo di Gabriel Attal.
La causa? La rivelazione, in risposta a una domanda di un giornalista, sul motivo per cui i suoi figli non frequentano la scuola pubblica. I suoi tre ragazzi studiano infatti al college-liceo Stanislas, nel 6° arrondissement di Parigi.
Come segnala Le Figaro, Oudéa-Castéra ha spiegato che il figlio maggiore, Vincent, ha iniziato la sua istruzione nella scuola pubblica, proprio come lei. Tuttavia, ha citato “la frustrazione dei suoi genitori, mio marito e io, di fronte a molte ore di lezione non adeguatamente sostituite”. Di conseguenza: “Ci siamo stancati, come genitori di migliaia di famiglie che hanno scelto di cercare una soluzione alternativa”.
Tali dichiarazioni hanno acceso un dibattito sulla qualità dell’istruzione pubblica in Francia. La scelta di un ministro dell’educazione per un istituto privato solleva interrogativi sulla fiducia nel sistema educativo nazionale. Si pone l’accento sulla necessità di garantire un’istruzione di qualità, accessibile a tutti, nel sistema pubblico.
La decisione di Oudéa-Castéra ha un impatto non solo sul piano personale, ma anche su quello politico e sociale. Essa mette in luce il dilemma di molti genitori tra l’istruzione pubblica e quella privata e solleva questioni sulla parità di accesso all’educazione di qualità. La discussione si inserisce in un contesto più ampio di valutazione e miglioramento del sistema educativo francese.
La scelta del neo ministro ha scatenato l’ira della sinistra e dei sindacati di settore. “La nuova ministra getta discredito sull’insegnamento pubblico”, ha detto Sophie Vénétitay (SNES-FSU). “Primo giorno alla guida del ministero e già attacca la scuola pubblica: incredibile”, ha denunciato Guislaine David (Snuipp-FSU). Aggiungendo: “Se i sostituti non erano assicurati (…) é perché sono stati soppressi migliaia di posti di supplenti!”