“I compiti non sono il male della scuola. Sono uno strumento per verificare le conoscenze dei ragazzi”. Il prof risponde alla circolare sui compiti per le vacanze della Provincia di Trento
Abbiamo raccontato della circolare dell’assessora all’Istruzione della Provincia autonoma di Trento che invita gli insegnanti a non dare i compiti per le vacanze di Carnevale. Arriva una risposta in merito da un docente, nonché ex sindacato di Trento.
“Va chiarito innanzitutto un punto: i compiti non sono il male assoluto della scuola. Sono, piuttosto, uno strumento per verificare le conoscenze e le competenze acquisite dai ragazzi“, spiega l’insegnante Alessandro Andreatta a Il Corriere del Trentino.
“Per quanto riguarda le vacanze, si parla solo di quelle brevi, come quelle di Carnevale, o anche di quelle estive? E poi, valuterei anche in base al grado di istruzione. Attualmente alle elementari i compiti vengono assegnati solo nel fine settimana, anche perché i bambini sono a scuola fino a metà pomeriggio. Conosco meno le medie, ma chi più chi meno, tutti ne danno”.
Andreatta dice: “Ma mi capita spesso di essere più attento nel darli durante la settimana. Valuto, in sostanza, sulla base degli impegni delle altre materie: se, per esempio, c’è una verifica importante di un’altra materia, alleggerisco il carico di compiti. E non ho mai avuto problemi con i ragazzi. Del resto, se si costruisce un rapporto con gli studenti basato su questa logica, i compiti vengono compresi”.
“La prossima settimana – prosegue l’ex sindaco – andremo a scuola da lunedì a mercoledì. Poi, da giovedì fino a martedì della settimana successiva, ci sarà l’interruzione per le vacanze di Carnevale. Tra l’altro, questo è il primo anno che questo stacco durerà una settimana: in passato ci si fermava per qualche giorno. Darò i compiti da lunedì a mercoledì. Poi chi vorrà li farà entro mercoledì, gli altri nel caso li faranno più avanti”.
Sulla questione del diritto di disconnessione degli studenti sollevata dalla circolare, Andreatta replica: “Ci si disconnette dalla scuola se la si considera un luogo del terrore, della fatica, di rapporti che non funzionano. Se la scuola è qualcosa di negativo allora vuoi disconnetterti. Ma la scuola, ricordo, non è una dipendenza. Gerosa dice che le vacanze devono essere usate per disconnettersi. E io mi chiedo: ma disconnettersi da cosa? Le cose da cui sarebbe opportuno disconnettersi sarebbero altre: sarebbe meglio puntare a limitare l’utilizzo del telefonino, del computer. Ma non della scuola”.