I compiti a casa? Sono utili per il 90% dei genitori e il 69% degli studenti. C’è un legame con la diffusione dell’Intelligenza Artificiale? L’indagine

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La quasi totalità dei genitori – circa il 90% su un campione di 2.741 famiglie considera i compiti a casa utili, ma persino il 69% degli adolescenti, rispondenti all’indagine BVA Doxa “Junior 2024” per MyEdu, considera equilibrato il carico di studio a casa, il 5% lo ritiene addirittura scarso e solo il 24% eccessivo. È quanto emerge dall’Osservatorio sulla didattica digitale di MyEdu, piattaforma didattica digitale fondata nel 2013 a Milano, partner del Ministero dell’Istruzione attraverso il protocollo d’intesa “per la realizzazione di azioni a supporto dell’innovazione tecnologica nella Scuola Italiana”.

Un risultato che stupisce a confronto con i desideri dei ragazzi espressi nell’indagine dello scorso anno sempre a cura dell’Osservatorio MyEdu e BVA Doxa dove gli studenti sognavano una scuola senza compiti. Come spiegare questo cambiamento radicale? Sicuramente l’Osservatorio MyEdu del prossimo anno scolastico 2024/2025 punterà ad indagare un’eventuale connessione tra i compiti e il supporto dell’intelligenza artificiale. Si sa che Chat GPT o simili promettono un aiuto infallibile anche nei compiti.

Ciò che si evidenzia è che il target di ragazzi di 14-16 anni intervistati da BVA Doxa considera l’intelligenza artificiale una risorsa da sfruttare, mentre da parte delle famiglie dei bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado coinvolte da MyEdu le idee non sono ancora così chiare: quasi il 60% dei genitori non sa o la ritiene un rischio.

Un altro punto a favore della scuola, oltre al riconoscimento del ruolo dei compiti, sempre secondo l’indagine BVA Doxa, è la percezione da parte dei ragazzi dai 14 a 16 anni di un modello scolastico, quello italiano, tra i più inclusivi: il 13% dichiara sia molto inclusivo, il 38% abbastanza, il 32% si posiziona a metà della scala, mentre solo il 13% e il 4% lo considerano poco e per niente inclusivo. Atteggiamenti del tutto simili anche tra i genitori dei bambini dai 5-13 anni che esprimono il loro consenso in merito.

Si mantiene costante in questi ultimi anni di monitoraggio a cura dell’Osservatorio MyEdu il trend sulle discipline per cui gli alunni necessitano un maggior aiuto: al primo posto la matematica (24%), al secondo posto l’inglese (22%) e al terzo posto l’italiano (17%), seguono la seconda lingua straniera e arte e immagine.

Lo studio ed eventuali difficoltà connesse, secondo i genitori, possono far provare ansia ai propri figli: per il 56% questo avviene a volte, mentre per il 13% spesso e per il 3% sempre. In totale più di 7 genitori su 10 ammettono di convivere con il tema dell’ansia scolastica.

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