Hikikomori, un esercito invisibile di oltre 100mila ragazzi in Italia. Un convegno in Sicilia accende i riflettori su un fenomeno dilagante
Si stima che siano oltre centomila in Italia, e “probabilmente nell’ordine di qualche migliaio” in Sicilia, gli hikikomori: ragazzi che si autosegregano in casa, interrompendo i rapporti con i coetanei, abbandonando le attività sportive e, a volte, perfino la scuola.
Un fenomeno dilagante, ancora poco conosciuto e spesso sottovalutato, che ha acceso i riflettori all’Ars con un convegno dal titolo “Hikikomori: un esercito invisibile”, organizzato dal pediatra e deputato regionale M5S Carlo Gilistro.
Segnali d’allarme e falsi miti
Al convegno, psicologi, sociologi, insegnanti, medici e politici hanno discusso del fenomeno, sottolineando l’importanza di intercettare i segnali d’allarme per correre ai ripari.
Tra i principali campanelli d’allarme:
- Frequenti assenze da scuola
- Abbandono delle attività sportive
- Ridotta o mancata frequentazione dei coetanei
- Autoreclusione nella propria stanzetta
- Inversione del ritmo sonno-veglia
- Preferenza per l’attività solitaria, spesso con l’uso delle tecnologie digitali
Genitori da non colpevolizzare
“I genitori non vanno colpevolizzati”, ha detto Gilistro, “non c’è alcun riscontro scientifico che dica che un particolare stile genitoriale spiani la strada all’insorgere del fenomeno”.
Non sono fannulloni
Altro tabù da sfatare è quello che dipinge gli hikikomori come dei fannulloni che si isolano per evitare la fatica dello studio o del lavoro. “Niente di più falso”, ha detto Gilistro, “perché questi soggetti spesso eccellono nello studio o nel lavoro. Gli hikikomori hanno semplicemente deciso di non tentare una carriera sociale perché demotivati o frenati dalla paura del confronto con gli altri”.
Il ruolo della scuola
Fondamentale nel contrasto al fenomeno il ruolo della scuola, che deve essere dotata degli strumenti necessari per intercettare il disagio e supportare questi ragazzi.
“Dobbiamo dare ai docenti gli strumenti che oggi sono fondamentali per intercettare il disagio“, ha detto il direttore dell’ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Giuseppe Pierro. “La Sicilia è l’unica regione d’Italia che si è dotata di 49 operatori psico-pedagogici che lavorano negli Osservatori che sono stati istituiti in ogni provincia”.
La necessità di leggi adeguate
“Non bastano i progetti”, ha detto Pierro, “sono necessarie leggi adeguate”.
Il convegno si è concluso con l’auspicio di un documento concreto che impegni l’Assemblea Regionale Siciliana a trovare soluzioni per contrastare questo fenomeno dilagante.
Un appello alle famiglie
L’associazione Hikikomori Italia genitori ha invitato le famiglie a non sentirsi sole e a chiedere aiuto. “Il protocollo d’intesa operativo in Sicilia tra le realtà che ruotano attorno all’universo hikikomori e l’ufficio scolastico regionale è un passo avanti importante”, ha detto Marcella Greco, coordinatrice regionale dell’associazione. “La Sicilia è sicuramente pionieristica in questo senso”.