Ha ragione Galimberti: “la scuola è morta”. Lettera

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Inviato da Mario Bocola – Ha ragione il prof. Umberto Galimberti a puntare il dito contro il sistema scuola e diciamocela tutta: “Così non va proprio. La scuola è morta”.

Gli insegnanti hanno perso ogni considerazione sociale e i genitori che spadroneggiano dettando le regole ai docenti e difendendo persino l’indifendibile, quando i loro figli hanno torto marcio.

Bisogna ridare il ruolo che spetta agli insegnanti ed è maturato il tempo in cui, di fronte a questa vergognosa deriva cui è sprofondato il mondo della scuola, si deve assolutamente cambiare rotta. In che modo? Togliendo i genitori dagli organi collegiali della scuola perché questa situazione ha radici lontane partendo dalla riforma dei decreti delegati che hanno assestato il primo mortale colpo alla scuola italiana. Con l’ingresso della componente genitori negli organi istituzionali scolastici è iniziata l’inesorabile china verso il basso.

Abbiamo una situazione veramente paradossale con genitori che sindacano su tutto ciò che riguarda la professione docente prendendo qualsiasi decisione che a loro non compete affatto. I genitori sono deputati alla crescita ed educazione dei propri figli, mentre i docenti sono deputati alla formazione e alla costruzione della personalità dell’alunno con lo scopo di renderlo un “futuro cittadino pensante”.

La professione docente è molto delicata e importante e non merita affatto di essere svilita e umiliata sotto tutti i punti di vista. Abbiamo bisogno di una forte dose di fiducia dei genitori verso i docenti altrimenti si andrà sempre di più verso il baratro.

Quindi c’è urgente bisogno di costruire una “nuova scuola” dove famiglia e insegnanti devono veramente collaborare nell’interesse degli alunni.

Se un alunno commette errori il genitore non deve dare la colpa solo all’insegnante (come avviene nella quasi totalità dei casi) ma ascoltare le ragioni del docente che, nella veste di pubblico ufficiale, riveste una funzione di coeducatore.

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