Grieco (Indire): “Non esistono scuole di Serie A o di Serie B. La gerarchia in base al profitto di un alunno va superata”

L’importanza di un’adeguata formazione dopo la scuola media è un tema caldo nel mondo dell’educazione. A La Repubblica, Cristina Grieco, presidente dell’Indire, sottolinea come l’orientamento scolastico debba evolversi, abbracciando un approccio più informato e attento alle reali inclinazioni e potenzialità degli studenti.
La formazione degli insegnanti tutor diventa cruciale in questo contesto, estendendosi presto anche ai docenti della secondaria di primo grado e del biennio superiore.
L’orientamento formativo si propone di sviluppare competenze di auto-orientamento negli studenti, modificando la didattica verso un approccio più attivo e personalizzato. Strumenti come il problem solving giocano un ruolo fondamentale, aiutando gli studenti a diventare protagonisti delle loro scelte educative e professionali. Questo metodo permette di far emergere talenti e interessi, preparando gli studenti a un futuro in rapida evoluzione.
Per gli insegnanti, è essenziale non considerare la guida e l’accompagnamento degli studenti nella scelta della scuola superiore come una perdita di tempo. Attività come la visita a scuole superiori diverse, l’esplorazione di laboratori e l’introduzione a materie nuove come economia aziendale o lingue classiche sono fondamentali. L’obiettivo è evitare percorsi non adatti agli interessi personali degli studenti, data la rivelazione che più della metà dei diplomati cambierebbe scelta se potesse.
Gli Open Day, pur informativi, non sono sufficienti. La vera efficacia risiede in percorsi di conoscenza ben strutturati, che includano collaborazioni tra scuole medie e superiori. È fondamentale incentivare percorsi continui che coinvolgano anche istituzioni post-diploma come ITS e università.
Infine, Grieco pone l’accento sulla necessità di superare gli stereotipi di genere nell’orientamento. Le scelte formative di ragazzi e ragazze sono ancora fortemente influenzate da pregiudizi culturali, che portano a una segregazione nelle scelte di indirizzo. È quindi cruciale lavorare attivamente per superare questi stereotipi e promuovere una maggiore equità nelle scelte educative.