Green pass obbligatorio docenti e Ata e sanzioni, i Sindacati non ci stanno: scelta unilaterale. Come fare con i precari che prendono servizio nel giro di poche ore?
Il decreto legge del 6 agosto introduce l’obbligo del green pass per il personale scolastico. Una decisione presa dal governo in modo “unilaterale” scrivono in una nota unitaria le sei sigle sindacali rappresentative del comparto scuola Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola Rua, SNALS Confsal, GILDA Unams, ANIEF
“La decisione di adottare il green pass per il personale scolastico, con relative sanzioni in caso di inadempienza – scrivono i sindacati -, è stata assunta dal Governo in modo unilaterale, nonostante la Amministrazione Scolastica e Sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza.
Anche per questa ragione – proseguono -, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali, inadeguate a cogliere la complessità delle situazioni.
Se certamente qualsiasi intervento da parte dell’Amministrazione sul rapporto di lavoro dei suoi dipendenti deve trovare un preliminare confronto con le partisociali, al di là di un giudizio di merito sull’utilità e sulla legittimità della norma introdotta, ci si chiede ad esempio come tale obbligo si potrà estendere al personale precario, le cui prestazioni si richiedono nel giro
di poche ore e più in generale come si intendono condurre gli accertamenti e le procedure sanzionatorie introdotte dal Governo.
Restano nel frattempo irrisolti altri aspetti che incidono fortemente nel determinare le necessarie condizioni di sicurezza. Non si decongestionano le classi sovraffollate adottando provvedimenti strutturali, si preferisce ricorrere a fragili misure una tantum per il recupero (peraltro solo fino a fine anno solare), non si tutela il personale scolastico scaricandogli ogni
genere di incombenza (dal controllo degli accessi, alla sanificazione degli ambienti) senza introdurre alcun presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative. Con un provvedimento sostanzialmente inefficace rispetto alla presenza a scuola di 8 milioni di studenti, si scaricano sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte.
Noi avevamo invocato un provvedimento chiaro, che individuasse precisi adempimenti, ma anche responsabilità dirette in capo allo Stato e affidasse al negoziato fra le parti gli aspetti che riguardano la gestione del rapporto di lavoro.
L’incursione del Governo complica il percorso verso possibili soluzioni condivise.
Il sindacato ha fatto proprio l’obiettivo e i connessi impegni per un ritorno a scuola in presenza, considerando a tal fine fondamentale il buon esito della campagna vaccinale, per la quale per primo, a suo tempo ha rivendicato una priorità di attenzione per il personale scolastico. Per questo non abbiamo condiviso l’interruzione, da parte del Governo, della priorità vaccinale in primavera per il personale della scuola, proprio perché ravvisavamo un rallentamento nel percorso per raggiungere il rientro in presenza. Proprio l’altissima percentuale di coloro che responsabilmente si sono sottoposti alla vaccinazione, dando prova di senso civico, pone oggi le premesse per gestire senza inaccettabili forzature e tensioni, una situazione già affrontata allorquando non si disponeva del vaccino”.
Le Organizzazioni Sindacali si mostrano disponibili “a proseguire il confronto con l’Amministrazione per individuare soluzioni che tutelino la salute di tutti i lavoratori, a partire da quelli “fragili” per i quali va eliminato ogni rischio di emarginazione ed esclusione dal mondo del lavoro, realizzando un sistema didattico – organizzativo che sia rispettoso delle norme sul distanziamento, provvedendo al decongestionamento delle classi sovraffollate attraverso lo sdoppiamento delle stesse in modo strutturale”.
I sindacati chiedono “che si faccia chiarezza sulle indicazioni per il distanziamento in classe; che non si realizzi, con il taglio dell’organico aggiuntivo Covid, nessun arretramento su misure di sicurezza per ragioni economiche e che sia immediatamente rimossa ogni reticenza da parte dell’Amministrazione nel fornire sia i dati relativi agli esiti del contagio in ambito scolastico, che l’esatto stato della campagna vaccinale. La disponibilità di dati attendibili, completi e puntuali rappresenta una condizione imprescindibile per la messa a punto, a partire dall’aggiornamento del protocollo sicurezza, di una strategia di intervento realmente efficace e non di sola immagine, ma anche per valorizzare un clima di confronto, che interventi così discutibili nel metodo e nel merito rischiano invece di compromettere irreparabilmente.
La sicurezza per decreto – concludono – è in netta antitesi con l’efficace politica del confronto e della condivisione necessaria in epoca di pandemia. Alla vigilia di appuntamenti importanti per il Paese serve ricercare le soluzioni ai problemi attraverso il dialogo ed il confronto, azioni a cui il sindacato non si è mai sottratto. I diktat alimentano tensioni e ostilità anche nei contesti in cui come nella scuola si è già dimostrata altissima responsabilità e senso civico”.
E intanto è boom di adesioni alla petizione lanciata dall’Anief sull’abolizione della norma. In pochi giorni le firme sono oltre 90mila.
Cosa prevede il decreto legge del 6 agosto
Il decreto legge n. 111 del 6 agosto 2021 prevede:
Dal 1° settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione in presenza del servizio essenziale di istruzione, tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario, nonché gli studenti universitari, devono possedere e sono tenuti a esibire la certificazione verde COVID-19 (Green pass).
Il mancato rispetto di tali disposizioni è considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza il
rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato.
Docenti e Ata non in possesso del Green pass non hanno dunque diritto allo stipendio dopo cinque giorni di assenza.
Per coloro che per motivi di salute non possono vaccinarsi c’è la possibilità di avere il certificato di esenzione, così come disposto dalla circolare del Ministero della Salute del 4 agosto. Come ottenerlo