Grazie al nuovo contratto collettivo nazionale d’ora in poi i docenti che faranno formazione dovranno essere pagati con compensi stabiliti dai contratti d’istituto: Anief chiede finanziamenti pubblici ad hoc

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Da adesso in poi se i docenti della scuola pubblica parteciperanno ad attività di formazione oltre le 40 ore annue extra-didattiche, previste per le attività funzionali all’insegnamento, lo Stato dovrà pagarli. E i criteri andranno stabiliti attraverso gli accordi presi in contrattazione d’Istituto, alla presenza delle Rsu.

Lo prevede il nuovo contratto collettivo nazionale Istruzione, Università e Ricerca 2019/21 sottoscritto in via definitiva una settimana fa all’Aran, di cui l’Anief è stato sottoscrittore e protagonista.

Di fatto, d’ora in poi tutte le altre unità orarie di formazione che supereranno il tetto delle 40 ore extra-classe dovranno essere remunerate “con compensi, anche forfettari stabiliti in contrattazione integrativa”. Perchè, riporta ancora il Ccnl 2019/21 “la formazione continua costituisce un diritto ed un dovere per il personale scolastico”. Il contratto, oltre che da parte dell’Aran, qualche settimana fa ha avuto anche il consenso del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il quale ha detto che “la formazione” del personale scolastico deve “avere un processo continuo e” di conseguenza va “correlata a riconoscimenti economici per coloro che la svolgono”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega che è doveroso procedere con “finanziamenti specifici per la formazione degli insegnanti, ma anche del personale Ata. Poiché i contratti e gli accordi sottoscritti all’Aran devono avere un seguito, è bene che il personale, anche precario, venga messo nelle condizioni di aggiornarsi professionalmente. Questo significa – conclude il sindacalista Anief – che noi con la contrattazione nazionale portata avanti per due anni all’Aran siamo riusciti ad ottenere la nuova norma, adesso è bene che venga ‘puntellata’ con adeguati finanziamenti per renderla operativa”.

GLI ALTRI RISULTATI RAGGIUNTI

Anief ricorda che con l’accordo del 18 gennaio, all’Aran si è riusciti a convogliare nel comparto Istruzione maggiori risorse, circa mezzo miliardo di euro, per la valorizzazione del personale e con redistribuzione dei fondi ai tavoli contrattuali. Sono passate delle deroghe ai vincoli dei trasferimenti, la procedura straordinaria di reclutamento su posti di sostegno e lo sblocco dei contratti dei docenti specializzati all’estero; ma anche l’ampliamento del 30 % dei posti dei docenti riservati ai precari TFA sostegno; l’aumento del 70% dei posti per i docenti IRC nel concorso straordinario.

Detto dei tre giorni pagati al 100% per ogni anno scolastico concessi anche ai precari, Anief ha anche chiesto e ottenuto l’eliminazione del tetto massimo dei docenti abilitati con semplificazione per accesso e frequenza; l’ammissione diretta degli insegnanti ‘ingabbiati’ ai percorsi di 30 CFU insieme ai docenti triennalisti pure della scuola paritaria e degli Iefp; l’assegnazione della Carta del docente ai neo immessi e al 31 agosto, come poi accettato dallo stesso Governo di recente; lo scorrimento delle graduatorie del concorso ordinario straordinario su rinunce e trasformazione in esaurimento delle graduatorie dei concorsi ordinari; il nuovo corso-concorso per dirigenti scolastici con ricorso in atto.

Anief ha anche creato le condizioni per l’intesa sulla mobilità dei neo immessi in ruolo; risorse superiori all’inflazione e al precedente contratto; sono state riportate alla contrattazione la definizione dei compensi del tutor; lo sblocco delle posizioni economiche ATA; l’aumento delle quote orarie del 10%, come pure del congedo per le donne vittime di violenza e la conferma dei diritti della disabilità nei trasferimenti del personale.

TUTTI I RISULTATI OTTENUTI COL CCNL 2023 ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Sono molti risultati centrati con il contratto collettivo nazionale sottoscritto all’Aran. Il giovane sindacato Anief ha predisposto una sintesi:

  • i tre giorni di permesso (non due) retribuito anche al personale precario;
  • i 60 euro (non 6) mensili come indennità da assegnare ai Direttori dei servizi generali e amministrativi;
  • i 4 mesi (non 3) di congedo per le donne vittime di violenza;
  • il 10% (non 3%) di aumento per prestazioni lavorative straordinarie e per le ore aggiuntive;
  • l’autorizzazione per i Dsga per accedere ai fondi del MOF (fino ad oggi non era previsto);
  • l’autorizzazione a bandire corsi professionali per gli Ata facenti funzione su ruolo superiore;
  • la conservazione delle posizioni economiche e lo sblocco della metà, fermate nell’ultimo decennio a partire da quelli già valutati;
  • l’autorizzazione per gli organi collegiali a svolgere riunioni online, che altrimenti si sarebbero svolte in presenza;
  • l’accantonamento dell’ordinamento professionale del personale degli Enti di ricerca e dei Policlinici universitari;
  • l’introduzione per i lavoratori Afam dell’area dei funzionari, in attesa della stabilizzazione del personale precario, nessuna novità sulle sanzioni disciplinari, con rinvio alla sequenza contrattuale.

 

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