Gratteri: “I giovani oggi utilizzano TikTok e Facebook per confezionare clip, ma anche mandare messaggi in codice alle altre cosche”

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I social media sono diventati un terreno fertile per la camorra, che li usa per ostentare ricchezza, potere e attirare nuovi adepti, soprattutto tra i giovani.

Il procuratore Gratteri: “TikTok è la vetrina delle mafie”

Il procuratore Nicola Gratteri ha definito TikTok “la vetrina delle mafie”, sottolineando come i boss utilizzino la piattaforma per mostrare la loro vita lussuosa e inviare messaggi di sfida alle istituzioni.

I video inneggiano alla mafia e mostrano scene di vita criminale

I video pubblicati sui social dai camorristi mostrano spesso scene di vita criminale, come atti di violenza, intimidazione e spaccio di droga. Vengono inoltre esaltati i boss e la loro “filosofia” di vita, basata sulla ricchezza facile e il potere.

Un pericolo per i giovani

L’utilizzo dei social da parte della camorra rappresenta un pericolo per i giovani, che possono essere facilmente attratti da un modello di vita falso e illusorio.

Le autorità stanno monitorando il fenomeno

Le autorità stanno monitorando il fenomeno e stanno intervenendo per contrastare la diffusione di messaggi criminali sui social media.

Ecco alcuni esempi di come la camorra usa i social

  • Video di Giuseppina Valda, sorella del killer di Francesco Pio Maimone
  • Filmati che prendono di mira due collaboratori di giustizia
  • Video che elogia un boss di Ponticelli

Le parole del procuratore Gratteri

“I giovani oggi utilizzano TikTok e Facebook per confezionare clip e mandare messaggi emulativi o di altro tipo, anche attraverso le canzoni neomelodiche, talvolta il rap serve per irretire e mandare messaggi in codice alle altre cosche”, spiega il magistrato.

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