Granato (M5S): concorso strumento migliore per selezione docenti, su stipendi sindacati avrebbero dovuto chiedere coperture finanziarie

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Si dice “compiaciuta per l’impegno che il Ministro Bussetti ha preso con il mondo della Scuola”. Aggiunge che “ascolteremo a breve esponenti di scuole di tutti gli ordini di Roma e dintorni in merito alle criticità dei nuovi Esami di Stato”.

Conferma che allo stato attuale la nuova Educazione civica dovrà essere insegnata, per legge, dai docenti di Storia e non da quelli di Diritto. Rimarca “la necessità che il governo investa risorse per valorizzare gli Ata”. La senatrice M5S Bianca Laura Granato, membro della Commissione Istruzione di Palazzo Madama, sottolinea pure l’importanza del suo progetto di legge sul contenzioso tra presidi e docenti. Ma torniamo al tema più scottante e che più assilla i docenti e tutto il personale della scuola: la decisione di sospendere lo sciopero già proclamato dai sindacati per il 17 maggio dopo l’incontro con il ministro Bussetti.

Senatrice Bianca Laura Granato, rivolgendosi al ministro della pubblica Istruzione, Marco Bussetti, lei ha detto: “tu vuoi evitare lo sciopero del 17 maggio contro le autonomie differenziate e prometti aumenti di stipendio, ma i soldi nel DEF dove sono? Dopo le Europee come finirà?” Quindi pensa che le mosse del (vostro) governo che ha convinto i sindacati a sospendere lo sciopero non siano state genuine?

“Il tono del mio post tradisce stupore per aver appreso l’informazione da fonti di stampa. Lo stanziamento di fondi necessario per onorare l’impegno preso con i sindacati è importante. Dunque sarebbe stato preferibile avere questo dato da fonti ministeriali a pochi giorni dall’approvazione del DEF. Non posso che essere compiaciuta per l’impegno che il Ministro Bussetti ha preso  con il mondo della Scuola. Forse sarei stata più cauta nell’individuare alcune priorità per procedere progressivamente”.

Rivolgendosi ai sindacati, per la precisione a “questa bella parata di sindacalisti”, non è stata proprio morbida. Ha chiesto loro se due domande se le siano fatte. In che cosa hanno sbagliato i sindacati?

“Mi sorprende che in questa occasione non abbiano chiesto maggiori dettagli sulle coperture economiche come è venuto spontaneo fare a me”.

Lei quindi è per confermare lo sciopero, cioè per revocare la sospensione della mobilitazione? Ma secondo lei come si possono trovare le risorse per un adeguamento degli stipendi degli insegnanti? E di quale entità?

“Penso che le risorse si possano reperire attraverso un’accurata spending review. Sono certa che la Lega saprà trovare i soldi promessi nelle pieghe del bilancio. Il M5S ha trovato risorse pubbliche per misure a favore di tanti cittadini in difficoltà. Il Reddito di Cittadinanza è una promessa mantenuta a favore degli ultimi e, se fossimo stati soli al governo, ne avremmo subito dopo disposte di nuove per l’istruzione e per la ricerca, che sono alla base del lavoro e dello sviluppo economico del Paese. Aspettiamo la Nota di aggiornamento al DEF, per vedere i termini dell’accordo. Le risorse per gli aumenti degli stipendi agli insegnanti si dovrebbero aggirare sui 5 miliardi e nell’intesa ci sono anche altri impegni di spesa che riguardano i dirigenti scolastici e investimenti nell’università e nella ricerca”.

Qual è il suo pensiero sulla autonomia differenziata delle Regioni in materia scolastica? Quali sono i rischi per la scuola e per gli insegnanti, sul piano dei loro diritti normativi ed economici?

“Sull’autonomia regionale in tema di istruzione le mie preoccupazioni non riguardano solo gli insegnanti ma tutti i cittadini, non solo quelli del Sud ma anche e soprattutto quelli del Nord. Partiamo dal principio che equiparare la funzione della scuola a quella di mero servizio pubblico è una forzatura fatta dal centro-sinistra per trasformare la formazione in un settore di impresa, attingendo a finanziamenti pubblici. La scuola è un organo costituzionale, come sosteneva Calamandrei, è la base e il fondamento della democrazia. L’autonomia scolastica, inserita dai governi di centro sinistra in Costituzione con la riforma del 2001, ha già stravolto l’intento dei padri costituenti, sdoganando subdolamente il concetto di scuola come servizio ed aprendo oltremodo alla privatizzazione. L’autonomia differenziata rischierebbe di aumentare le disuguaglianze. Se il problema fosse la continuità didattica certamente si potrebbero prospettare diverse soluzioni rispetto alla concessione alle regioni richiedenti di gestione di fondi e risorse, compresa la possibilità di finanziamenti ad libitum alle scuole paritarie, con il rischio di istituzionalizzare una differente qualità di servizio. Il rischio di veder nascere, in tutti i gradi di istruzione, eventuali diplomifici sarebbe dietro l’angolo. Già abbiamo esempi disdicevoli nelle esperienze regionali della formazione professionale”.

Qual è la posizione del Mov5S sulla condizione degli amministrativi della scuola, sulle nuove incombenze che li assillano, spesso senza che siano stati formati, e sulla esiguità dei loro stipendi?

“Sugli amministrativi il M5S è assolutamente consapevole del ruolo fondamentale svolto all’interno delle scuole e del pessimo trattamento economico, come avviene, d’altronde, per i docenti. Nei pareri rilasciati sul DEF nelle commissioni istruzione di Camera e Senato abbiamo rimarcato la necessità che il governo investa risorse anche in questa direzione”.

Come si può tamponare l’emergenza costante delle cattedre scoperte (circa 150.000) e del precariato che ne consegue? Come si può rispondere alle attese di chi attende di essere stabilizzato dopo anni e decenni di servizio? Ci si deve rassegnare ai soli concorsi ordinari?

“Sull’emergenza cattedre, certamente bisogna avviare al più presto i concorsi. Sul precariato decennale o ultra decennale, chiaramente ci sono varie misure per il reclutamento anche perché  ci sono svariate tipologie di precari. Il Miur deve necessariamente reclutare tutto il personale abilitato e idoneo necessario al funzionamento delle scuole e avviare al più presto i concorsi necessari a colmare le carenze. Il concorso ordinario è lo strumento che consente  meglio di ogni altro di selezionare personale qualificato ad insegnare e motivato a svolgere questa professione, perché non si può concepire che si giunga al reclutamento per anzianità di precariato senza che vi sia alcuna certezza della qualità del lavoro prestato. La scuola deve essere un’opportunità di mobilità sociale innanzitutto per tutti gli studenti, per cui per i docenti devono esistere percorsi di reclutamento che consentano allo Stato di fornire garanzie sulla qualità dell’insegnamento, oltre alla mera copertura delle ore di lezione. La qualità può essere garantita solo selezionando adeguatamente il personale idoneo a svolgere questa professione, attraverso procedure  pubbliche trasparenti in cui prevalga  il merito”.

Qual è la vostra posizione sulle istanze dell’associazione Ancodis, che riunisce i collaboratori dei dirigenti scolastici i quali chiedono l’esonero dall’insegnamento oltre che il riconoscimento di uno status specifico?

“Sui collaboratori dei dirigenti scolastici, se le mansioni che svolgono rimangono quelle attuali, non si può che concordare sull’esonero. Allo stato attuale non è possibile conciliare questo ruolo con quello dell’insegnante”.

Quanto agli esami di Stato, i docenti possono sperare che le nuove modalità, ritenute inutili e perditempo, possano essere eliminate dal legislatore, cioè da voi?

“Sugli esami di Stato partirà a breve un affare assegnato in Commissione Istruzione al Senato, che ha l’obiettivo di rilevare le criticità e trovare, eventualmente, soluzioni legislative adeguate. Ascolteremo esponenti di scuole di tutti gli ordini di Roma e dintorni. Per la prima volta il Senato aprirà le porte ai docenti che si trovano ad applicare la normativa sugli esami, per conoscere gli intendimenti dei diretti interessati. Inauguriamo una stagione di reale confronto e di trasparenza sui veri problemi delle scuole, per intervenire in modo efficace ed appropriato”.

Cosa pensa in merito all’introduzione dell’Educazione civica senza che sia introdotta un’ora in più e, soprattutto, perché non la si affida ai tanti docenti di Diritto assunti che ne hanno le competenze, come loro chiedono da settimane?

“Sull’educazione civica, in realtà, il disegno di legge approvato a Montecitorio prevede che il dirigente scolastico nella sua autonomia assegni l’insegnamento di questa materia senza oneri. Il dirigente quindi potrà ridurre tutte le ore di un tot e assegnare l’ora anche ad un docente di diritto se è in dotazione alla scuola, ma tutto ad invarianza di spesa. Intanto è stato depositato in Senato un disegno di legge del M5S a prima firma di Barbara Floridia che ripristina le ore di storia tagliate dalla Gelmini. Il disegno di legge sull’autonomia dell’insegnamento dell’educazione civica approvato a Montecitorio prevede, comunque, l’invarianza di spesa. Allo stato attuale, quindi, l’insegnamento non può essere assegnato al docente di diritto. Se ci sono margini per ottenere un investimento in questo senso, ben volentieri appoggeremo questa eventualità”.

Il suo progetto di legge sul contenzioso tra presidi e docenti, se approvato, consentirà ai giudici di sgravarsi di tante cause per sanzioni disciplinari. In che cosa consistono le novità?

“L’obiettivo principale è proprio quello deflattivo del contenzioso. Le novità consistono nella rapidità con la quale si possono prevenire e scongiurare eventuali ricorsi in sedi giudiziali, consentendo al personale docente di impugnare una decisione del dirigente scolastico, nell’ambito del rapporto di lavoro, assunta in modo illegittimo, entro 5 giorni dall’approvazione. Questo consentirebbe di limitare i rapporti disfunzionali nelle scuole, che oggi sono all’ordine del giorno, e, soprattutto, prevenire casi di mobbing mascherato, che sono principale causa di stress da lavoro correlato”.

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