Graduatorie terza fascia ATA, “blocco dal 2027, le supplenze ormai sono una guerra tra poveri”. La riflessione di un assistente amministrativo
Graduatorie ATA terza fascia colme di aspiranti. Tanti (troppi) candidati alla ricerca di una supplenza, spesso laureati alla ricerca di un lavoro e della stabilità che nel proprio campo, quello per cui si è studiato, non si trova. Ma ormai trovare l’impiego anche a scuola come ATA è diventata una “guerra fra poveri” specialmente al Sud.
Su questo si basa la riflessione di Giuseppe Trapani, assistente amministrativo, laureato col massimo, che pubblichiamo integralmente, che già si era raccontato su Orizzonte Scuola.
Blocco graduatorie ATA terza fascia dal 2027
Sono appena state aggiornate le graduatorie ATA terza fascia e tantissimi sono i nuovi inseriti. Risultato, il punteggio utile per sperare in una convocazione è salito parecchio!
Da un lato ci sono migliaia di nuovi inseriti che hanno poche chance di aggiudicarsi una supplenza, dall’altro centinaia di precari ed ex lavoratori scavalcati ancora una volta dai nuovi immessi.
È vero che l’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul precariato ma occorre quantomeno iniziare a mettere il freno a una situazione paradossale.
Allungare così tanto le graduatorie ATA III fascia è esasperante e mette a rischio la continuità lavorativa di coloro che hanno già lavorato e rischiano di non ricevere supplenze.
Se le GPS sono un esempio di lifelong learning ma anche una raccolta punti che rischia di non avere mai fine, le graduatorie ATA invece costituiscono una guerra tra poveri in cui chi ha acquisito professionalità e competenze (che sia collaboratore, tecnico o amministrativo) si vede scavalcare da chi non ha ancora un giorno di esperienza lavorativa all’interno di una scuola statale.
Per il mondo ATA l’esperienza sul campo è fondamentale, bastano sei mesi di lavoro nelle segreterie e un po’ di buona volontà, mentre per i collaboratori un paio di mesi tra i corridoi delle scuole sono sufficienti per imparare procedure e regole per eseguire il servizio di vigilanza e mettere in ordine gli ambienti.
Nessun concorso potrebbe mai sviluppare delle competenze che giocoforza nel mondo scuola più che altrove si implementano strada facendo, se così non fosse non ci sarebbero assistenti amministrativi che fanno da guida ai nuovi DSGA vincitori di concorso e non ci sarebbero neanche i collaboratori che rappresentano l’immagine e l’ordine della scuola, curando ogni aspetto logistico dopo aver imparato a memoria le planimetrie degli istituti in cui hanno lavorato.
Se tutto questo vi sembra abbastanza, sarebbe forse giunto il momento di smetterla di inquinare questo laghetto artificiale in cui i pesci che già ci vivono, nuotano già troppo stretti in cerca di un briciolo di pane?