GPS Supplenze, è caos in Campania: “Il Ministero intervenga con urgenza”. L’appello della Uil Scuola

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La Uil Scuola della Campania, in una nota, invita il Ministero dell’Istruzione ad intervenire urgentemente per consentire tempi di reclutamento del personale precario più distesi.

“In tutta la Campania – precisa il sindacato – registriamo, al pari di quanto denunciato su tutto il territorio nazionale dal nostro segretario generale, Giuseppe D’Aprile, la preoccupazione di tantissimi docenti precari che non si sono visti riconoscere titoli culturali e di servizio, mentre altri che, al contrario, si ritrovano punteggi gonfiati, altri ancora del tutto esclusi. Tutto ciò sta determinando una forte ansia e apprensione che potranno trasformarsi in rabbia e sfociare in forti contestazioni”.

“Gli errori – spiega Roberta Vannini, segretario generale della Uil Scuola Rua Campaniasono troppi, i precari coinvolti sono migliaia. Questo sistema informatizzato ha avuto la capacità di trasformare una semplice domanda in una vera e propria corsa ad ostacoli. Altro che semplificazione”.

Per Vannini “non vedersi confermare l’incarico dopo anni di insegnamento a causa di una procedura farraginosa, che non garantisce il diritto a una corretta collocazione in graduatoria, determina una situazione esplosiva: sono anni che il Ministero non ascolta e non si confronta con chi la scuola la vive e la rappresenta e al contrario sembra ormai dedito solo a complicare la vita di tutti i lavoratori della scuola. Il Ministro dovrà risponderne! Gli stessi Uffici Scolastici Regionali e Territoriali sono vittime di questo sistema e di questi tempi così ristretti”.

“La Uil Scuola della Campania – conclude il segretario generale della Uil Scuola Rua Campania – pretende semplificazione e trasparenza. Per questo chiede che il Prefetto si faccia interprete di questo forte disagio per consentire tempi più distesi al fine di permettere all’Amministrazione la disamina di centinaia e centinaia di reclami e scongiurare il forte dissenso di chi si vedrà negare illegittimamente il proprio posto di lavoro”.

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