Govoni: “Gli episodi avvenuti nelle scuole non mi stupiscono. L’istruzione in Italia è obsoleta”

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Gli episodi di assenteismo degli insegnanti e studenti che sfogano la propria frustrazione con atti di violenza nelle classi sono sintomatici di un sistema scolastico obsoleto. “Questi episodi gravi non mi stupiscono”, ha commentato Nicolò Govoni a Tgcom 24, attivista per i diritti umani e fondatore di Still I Rise, la prima organizzazione no-profit che offre il baccalaureato internazionale ai rifugiati.

Govoni, nominato al Premio Nobel per la Pace nel 2020 per il suo impegno per i più poveri e fragili, sostiene che il sistema scolastico italiano necessita di riforme, ma non è completamente da buttare. “Sono stato salvato da un’insegnante speciale”, ha dichiarato Govoni, riferendosi alla sua insegnante di italiano che ha avuto fiducia in lui durante la sua turbolenta adolescenza.

Secondo Govoni, molti studenti in Italia sono vittime di abusi, e il sistema scolastico è tra i peggiori dell’Unione Europea. L’alta percentuale di abbandono scolastico, il basso livello di competenze matematiche e linguistiche, e il livello di soddisfazione inferiore al 50% sono solo alcuni dei problemi che affliggono l’istruzione italiana.

Dopo essere stato trasformato da un’esperienza di volontariato in India, Govoni ha fondato Still I Rise, insieme ad altre due volontarie, per rispondere all’emergenza migranti a Samos, Grecia. La loro missione è offrire istruzione, cibo e protezione ai bambini e adolescenti nei campi profughi.

Still I Rise ha sviluppato un approccio rivoluzionario all’educazione, che è stato riconosciuto con la possibilità di offrire il Baccalaureato Internazionale agli studenti rifugiati. “Volevamo dare a tutti la possibilità di accedere a questo tipo di scuola”, ha spiegato Govoni.

L’organizzazione di Govoni offre gratuitamente lo stesso tipo di istruzione che si riceve nelle scuole più esclusive, pur avendo a disposizione risorse molto più limitate. “Chiaramente in strutture che nulla hanno a che vedere con i loro palazzi con campi da tennis e piscine”, ha aggiunto.

In conclusione, Govoni, che i suoi genitori sono orgogliosi del suo lavoro, anche se preoccupati per le sue scelte di vita, è determinato a continuare la sua missione. “Ogni volta che succede qualcosa di grave in Africa, mia mamma mi chiede: ‘Tu non hai intenzione di tornare a vivere in Italia, vero?'”. Ma Govoni sembra più deciso che mai a combattere per una migliore educazione per tutti.

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