Gli studenti: “Fare cassa sulle pensioni è urgente, mentre i precari possono aspettare”
Uff. Stampa Rete della Conoscenza – Le prime misure annunciate in campo previdenziale dalla ministra del welfare Elsa Fornero sono purtroppo deludenti rispetto alle promesse di innovazione ed equità fatte dal governo Monti e dalla stessa ministra nei giorni scorsi. Da quello che ha annunciato ai giornali la stessa Fornero, infatti, sembra che la riforma previdenziale che il governo sta per varare stia sulla scia di quanto già iniziato da Maroni e Sacconi: innalzamento dell’età pensionabile, blocco dell’adeguamento all’inflazione, accelerazione del passaggio al contributivo.
Uff. Stampa Rete della Conoscenza – Le prime misure annunciate in campo previdenziale dalla ministra del welfare Elsa Fornero sono purtroppo deludenti rispetto alle promesse di innovazione ed equità fatte dal governo Monti e dalla stessa ministra nei giorni scorsi. Da quello che ha annunciato ai giornali la stessa Fornero, infatti, sembra che la riforma previdenziale che il governo sta per varare stia sulla scia di quanto già iniziato da Maroni e Sacconi: innalzamento dell’età pensionabile, blocco dell’adeguamento all’inflazione, accelerazione del passaggio al contributivo.
Tutte misure che anticipano ogni possibile "gobba" nel sistema pensionistico, oggi in equilibrio di bilancio, e che di fatto configurano un trasferimento netto di denaro dalle pensioni dei lavoratori alle casse dello stato. Insomma, il debito pubblico non si paga con la fiscalità generale, con la tassazione progressiva, magari con la tanto attesa patrimoniale, ma con i contributi che i lavoratori hanno pagato e che non vedranno mai più sotto forma di pensione.
Si conferma, purtroppo, lo stile che ha caratterizzato i governi precedenti: l’unica urgenza è fare cassa, approfittando della finta emergenza di un sistema pensionistico oggi in pareggio, mentre si ignora la vera emergenza, cioè il fatto che il nostro sistema previdenziale non è oggi in grado di assicurare una pensione ai giovani precari, il cui livellondi contribuzione è basso e discontinuo.
La ministra Fornero ha accennato a questa questione e si è perfino detta favorevole all’introduzione di un reddito minimo garantito, misura assolutamente necessaria per provare a fermare il livellamento verso il basso delle condizione di vita di centinaia di migliaia di giovani. Ma, ha aggiunto il ministro, queste sono solo sue opinioni personali e il governo se ne occuperà solo in seguito.
Insomma, nessuna traccia, per ora, della tanto attesa discontinuità con il governo Berlusconi: la priorità è fare cassa, sulla pelle dei lavoratori, mentre la vera emergenza sociale di un’intera generazione è completamente ignorata.
Di fronte al bivio tra fare cassa rapidamente, in stile Tremonti, giocando retoricamente sulla guerra tra poveri e sullo scontro generazionale, oppure mettere in campo riforme vere, coraggiose e innovative, che sappiano
rispondere alle istanze portate in piazza dai giovani nelle mobilitazioni degli scorsi mesi, la ministra Fornero sembra intenzionata a scegliere la via facile: far pagare i soliti e rimandare i veri problemi strutturali.
Le chiediamo di ripensarci. Chiediamo che il governo, se intende veramente dimostrare la sua differenza dagli esecutivi di Berlusconi e la sua impronta tesa all’innovazione e all’equità, inverta radicalmente la rotta:
la priorità di cui occuparsi subito è la questione sociale di una generazione. L’attacco alle pensioni è inutile e iniquo. Servono invece subito misure per cancellare la precarietà del lavoro, garantire un reddito minimo e rendere sostenibile a lungo termine il sistema pensionistico.