Gli studenti dello Sperone a Palermo vanno in scena per finanziare il viaggio di istruzione

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In un quartiere difficile come lo Sperone, a Palermo, dove l’omicidio di qualche giorno fa ha fatto tremare le coscienze, la scuola resiste. Resiste offrendo un’alternativa di speranza a ragazzi che spesso non hanno futuro.

E lo fa con tenacia, inventando nuove strade come lo spettacolo “Smanie”, che va in scena oggi pomeriggio nella Giornata internazionale contro tutte le forme di discriminazione.

Un ricavato per il viaggio d’istruzione, ma soprattutto un messaggio di speranza

I venti ragazzi di terza media sognano di raggiungere Roma per il viaggio di fine anno. Un sogno che per molte famiglie sarebbe impossibile da realizzare. Ecco perché hanno inventato “Smanie”, un racconto dello stato di agitazione che trascina l’uomo lontano dalla ragione: c’è chi ha la smania della guerra, chi la smania dell’apparire, chi ancora quella della violenza contro tutto e tutti.

La scuola come presidio di resistenza e di bellezza

“Noi continuiamo a fare il nostro lavoro ogni giorno”, dice la preside Antonella Di Bartolo. “Siamo presenti sul territorio, per i nostri ragazzi. La scuola non può arretrare, ma da sola non può farcela. Serve il sostegno delle istituzioni”.

Lo spettacolo di oggi è un messaggio di speranza in un momento difficile per il quartiere. “Lo Sperone è abbandonato, si respira un’enorme violenza”, dice la preside. “Ma non possiamo rassegnarci. Le cose possono cambiare e in questi undici anni da preside ho visto fare tanto nel segno della bellezza”.

Murals, lotte dal basso, iniziative culturali: la “resistenza” dello Sperone

I murales sui palazzoni, le lotte per riappropriarsi degli spazi pubblici, le iniziative culturali delle associazioni: sono gli strumenti della “resistenza” dello Sperone, una resistenza che ha la sua forza motrice nella scuola.

“Farli sentire amati, importanti, protagonisti”: la ricetta per il successo

“Non è stato facile instaurare un rapporto di fiducia con questi ragazzi”, dice a La Repubblica l’insegnante Federica Terranova. “Ma ho capito che la chiave è farli sentire amati, importanti, protagonisti. In classe ci sono diverse situazioni difficili che con questo percorso siamo riusciti a recuperare. Una specie di miracolo: con l’obiettivo dello spettacolo li abbiamo riagganciati, gli abbiamo fatto vedere la scuola sotto un’altra luce, non un luogo da cui scappare, ma una casa accogliente”.

Un progetto di educazione contro le disuguaglianze

Lo spettacolo nasce dalla collaborazione con la Bolton Hope Foundation nell’ambito del progetto “Promuovere l’autonomia per ridurre le disuguaglianze”. “I ragazzi si sono inventati i testi e hanno condiviso i temi”, dice Massimo Castiglia, uno degli educatori del progetto. “Il tema della smania è proprio quello a cui spesso la scuola non riesce a rispondere. A parte la scuola, allo Sperone c’è poco altro. Il ruolo degli educatori è essere il braccio lungo della scuola nel territorio”.

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