Gli studenti contro l’esame di maturità: “Ci si concentra troppo su competenze mnemoniche e nozionistiche. I commissari esterni conoscono poco gli studenti, non si può valutare in modo equo”
La protesta delle tre maturande del liceo Foscarini di Venezia, che hanno sfidato le regole dell’esame di Stato, ha scatenato un acceso dibattito sulla validità e l’utilità della Maturità stessa.
Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto, ha espresso solidarietà alle studentesse, sottolineando come la loro “ribellione” sia stata accolta con reazioni sproporzionate e repressive. “Etichettare qualsiasi forma di disobbedienza come un comportamento da condannare è la stessa base di pensiero che porta a vietare le manifestazioni, a reprimere il dissenso o la libertà di stampa”, ha dichiarato Nimis a Il Gazzettino.
Maturità: un rito superato?
Nimis ha poi messo in discussione la Maturità come strumento di valutazione, sostenendo che l’esame attuale si concentra principalmente su competenze mnemoniche e nozionistiche, trascurando i reali percorsi di crescita culturale degli studenti. Inoltre, ha criticato l’idea che commissari esterni, che conoscono gli studenti solo per pochi minuti, possano valutare in modo equo i risultati di cinque anni di scuola superiore.
Nimis ha riservato parole dure per Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, accusandola di “bullismo istituzionale” nei confronti delle studentesse del Foscarini. “Donazzan mette in pratica atteggiamenti che appaiono quasi di bullismo istituzionale contro delle giovani studentesse che, a torto o ragione, hanno fatto valere un proprio pensiero e acceso un faro su un problema che vivono come reale e urgente”, ha affermato Nimis.
Il coordinatore degli studenti ha poi invitato Donazzan al confronto, chiedendosi se l’assessore abbia paura del dialogo con i suoi studenti e se questo sia il tipo di atteggiamento che ci si dovrebbe aspettare da un rappresentante delle istituzioni.