Gli studenti annunciano: dal 18 al 20 febbraio gli Stati generali per elaborare la riforma della scuola

“Se occupiamo ci sospendono, se scendiamo in piazza ci manganellano, se parliamo non ci ascoltano. Lo Stato deve chiedere scusa agli studenti e a se stesso. Perché le istituzioni hanno perso credibilità. Noi non ci stiamo alle lacrime da coccodrillo ed alla normalità a cui ci vogliono condurre”.
Lo dice all’Adnkronos Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti che commentando l’intervento di ieri in Senato della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese afferma: “Definire alleggerimento la spaccatura di una testa o di un bacino penso che denunci un problema sull’uso della forza“.
“Studenti a volto coperto? I video parlano chiaro – prosegue Redolfi – Si vede chiaramente che tutte le prime file della manifestazione, soprattutto a Torino dove c’è stata la repressione più cruenta, sono a volto scoperto. Io credo che ormai la modalità di risposta delle forze dell’ordine e della politica siano le manganellate. E che i codici identificativi per le forze dell’ordine siano indispensabili per fare finalmente chiarezza e identificare i responsabili“.
“Il movimento studentesco ha capito che non ha più nulla da perdere ormai. I partiti hanno riscoperto che esistono gli studenti solo adesso che siamo tornati ad occupare le piazze. Ma noi non accettiamo più compromessi. Rilanciamo e diciamo se la politica vuole ascoltare dal 18 al 20 febbraio a Roma ci saranno gli stati generali in cui elaboreremo una proposta: quella che deve essere la riforma della scuola“.