Gli esami sono vicini e tu sei troppo lontano dalla mia stanza… Lettera

Inviata da Roberto Scola – Carissimi ragazzi ,mentre vi scrivo questa lettera ,ascolto una canzone che intere generazioni di studenti ascoltavano e ascoltano la notte prima degli esami. La canzone è di Antonello Venditti ,il titolo Notte prima degli esami ,un cantante dei miei tempi come si suol dire oggi, a dir la verità è di una generazione precedente alla mia, ma questo non importa.
Quasi trent’anni fa ascoltavamo i grandi cantautori italiani, oggi voi ascoltate il Rap. Ogni tempo ha la sua musica. Quando siete arrivati in prima media eravate più che bambini, con un po’ di paura ci davate del TU, adesso siete diventati uomini e donne ,iniziano i primi amori ,capite le vostre prime delusioni. Noi insegnanti delle Scuole Medie dobbiamo misurarci con questo periodo della vostra crescita, forse il più difficile ,per quella trasformazione che dicevo in precedenza. In tre anni si bruciano le tappe .Questo fa del nostro lavoro di insegnanti alle Scuole Medie , un lavoro difficile.
Confrontarci con tutti i problemi, acquisire quelle competenze (che da voi tanto cerchiamo) che a volte solo l’esperienza può dare. Quest’anno poi è successo un evento particolare, mai accaduto dal dopo-guerra
ai giorni nostri, la pandemia ,che ha capovolto tutte le nostre vite. Ha creato nuove scale di valori ,nuove aspettative, ha distrutto certezze, alimentando quei dubbi e quella precarietà che ha lasciato tante ferite nei nostri cuori. Non sono entusiasta della Didattica a distanza ,che secondo me aumenta le distanze.
L’Italia non è la Norvegia. Noi siamo abituati al contatto umano. Noi siamo abituati a ridere, piangere, ad esaltarci mentre proviamo a recitare L’Infinito ,a buttarci giù quando non ci riusciamo. Un passaggio ,una
spiegazione o semplice delucidazione ,hanno bisogno per essere efficaci di una battuta al punto giusto, di una giusta declinazione della voce, di uno sguardo di comprensione di un momento di condivisione. Tutto
questo non lo potrà mai fare nessuna didattica a distanza. Veniamo all’esame di terza media. Il primo vostro vero esame. La prima prova dove ci si confronta con un mondo…..quello dei grandi. Come vi ho detto più volte è un peccato non svolgerlo come gli anni passati ,quattro scritti ,poi l’orale fatto in un certo modo. Tutto questo, dava a tutti la possibilità di potersi esprimere ,a noi insegnanti di valutare sia il percorso ,sia le prove che man mano venivano affrontate. Vi hanno scippato(questo è il termine giusto) di
un momento di crescita importante. Vi hanno scippato di quelle sensazioni che solo una prova complessa,adatta alla situazione può dare. Il nodo che ti sale in gola mentre parli, lo scorrere delle goccioline di sudore sulle mani, la paura di non ricordarti niente….anche se poi sai tutto.
Vi hanno tolto questo momento che secondo la mia modesta opinione si poteva fare in modo identico agli anni passati, prendendo ovviamente le giuste precauzioni. Non sto qui per motivi di tempo a spiegare come si poteva fare, o non fare. Mi avete dato la freschezza dei vostri sorrisi, la spontaneità dei vostri visi ,la gentilezza ma anche la rabbia, il sogno ma anche la cruda realtà. Tutto questo non si dimentica ed io non vi dimenticherò.
Cosa vi auguro? Potrei scrivere pagine piene di retorica. In questi casi si cade spesso nella retorica.
Continuate il più possibile a giocare per strada con i vostri amici, a parlare, a confrontarvi ,lasciando sul muretto questo benedetto/maledetto telefonino. La tecnologia è una scelta non un obbligo .Donate il vostro tempo a chi vi cerca, a chi sta in difficoltà. Viaggiate frequentemente non solo fisicamente ma anche con la mente. Leggete…leggete e leggete. I libri vi aprono la porta dell’infinito. Fermatevi ad ammirare un tramonto ,o come dice il grande Franco Battiato “ a trovare l’alba dentro l’imbrunire”. Impegnatevi negli
studi. Arrabbiatevi solo quando è necessario. La vita è troppo breve per perdere il sorriso o la gioia di vivere. Sappiate chiedere scusa quando sbagliate. Non c’è niente di più bello che capire i propri errori per
cercare di non rifarli. Chiedete aiuto quando serve ,farlo non è un segno di debolezza ma di forza. Vi auguro di fare un bellissimo esame, di sentirvi orgogliosi di voi. Non conosco modi o tempi per accompagnarvi
sempre nella vostra crescita ,ma se avete bisogno di me ,il mio numero lo avete.