Gite scolastiche in crisi, tra costi folli e docenti riluttanti: “Pesante responsabilità legale, mancanza di una diaria, così rinunciamo”

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Le gite scolastiche stanno diventando un lusso irraggiungibile per molte famiglie italiane, in particolare a Roma. Con l’aumento del costo della vita, anche viaggiare all’interno dell’Italia risulta oneroso, sfociando in un ridimensionamento delle aspettative.

Un esempio lampante, come segnala Il Messaggero, è il confronto tra i costi di un viaggio di cinque giorni in una capitale europea, che si aggira intorno ai 700 euro, e un analogo soggiorno in Italia, che non scende sotto i 400 euro. Giuseppe, un genitore, esprime il suo disappunto per aver pagato oltre 300 euro per un breve viaggio del figlio a Milano, definendo la cifra “folle”.

Oltre agli aspetti economici, vi è un’altra problematica: la condotta degli studenti. Secondo Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, gli studenti con voti bassi in condotta vengono esclusi dalle gite, una misura adottata per promuovere comportamenti responsabili.

La situazione si complica ulteriormente a causa della riluttanza dei docenti a partecipare come accompagnatori, dovuta anche alla pesante responsabilità legale e penale che comporta l’accompagnamento. La mancanza di una diaria per un impegno così impegnativo contribuisce a scoraggiare ulteriormente gli insegnanti.

Questi fattori – costi elevati, comportamento studentesco e riluttanza degli insegnanti – si combinano creando un quadro desolante. La tradizionale gita scolastica, un tempo attesa con entusiasmo, si sta trasformando in un’opportunità sempre più rara, tanto da poter affermare, con una punta di nostalgia, che “c’era una volta la gita”.

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