Giornata Internazionale della Memoria dell’Olocausto: Risorse didattiche
Il 27 gennaio è designato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite come Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto. Dal 2005, le Organizzazione delle Nazioni Unite e i suoi Stati membri hanno tenuto cerimonie di commemorazione per celebrare l’anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau e per onorare le vittime ei sopravvissuti dell’Olocausto. Lo scopo di questa giornata è quello di commemorare le vittime del regime nazista e favorire l’educazione all’Olocausto in tutto il mondo.
78° Anniversario della Liberazione di Auschwitz-Birkenau
Quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale della Memoria dell’Olocausto, si commemora il 78° Anniversario della Liberazione di Auschwitz-Birkenau. È questo il momento, stante gli eventi che costantemente fanno tornare l’attenzione sul tema dell’antisemitismo, per fare una pausa e ricordare i sei milioni di ebrei, i sopravvissuti (molti dei quali vivono a Vancouver) e gli innumerevoli altri – bambini, donne e uomini – che furono vittime delle atrocità compiute fuori dal regime nazista e dai suoi collaboratori. In questo particolare momento storico, l’antisemitismo è in aumento in tutto il mondo, anche in Europa e nel nostro Paese. Non abbiamo bisogno di guardare lontano per vedere che l’odio è fiorito nell’era digitale. Mentre continuiamo a sviluppare le nostre strategie contro il razzismo e l’equità per garantire che l’Europa sia un luogo più inclusivo ed equo, è più importante che mai che le lezioni apprese e gli orrori dell’Olocausto rimangano presenti nella coscienza pubblica in modo che non siano mai più ripetute.
Contro il razzismo serve un risarcimento culturale
Sfidare l’oppressione e il razzismo intrinseci è uno sforzo continuo per il quale dobbiamo impegnarci seriamente e costantemente. È necessario continuare a lavorare in solidarietà con le comunità che sono stanziate sui nostri territori, senza alcuna differenza di razza, colore, religione, lingua, cultura, per promuovere l’antirazzismo. Siamo umiliati dai continui sforzi e dall’azione delle comunità più colpite dal razzismo sistemico. Ciascuno dovrebbe, in parte, riconoscere la propria responsabilità e rispondere in modo significativo a questa intollerabile rabbia e a questo insopportabile odio raziale; e, inoltre, dovremmo, tutti, nessuno escluso, impegnarsi sia al dialogo che all’azione per affrontare il razzismo e le disuguaglianze nelle nostre città. In tutte le città anche quelle, solo apparentemente, più pacifiche.
Tema 2023 per la memoria e l’educazione dell’Olocausto: “Casa e appartenenza”
Il tema “Casa e appartenenza” deve guidare, con sguardo attento, la memoria di ciascuno e i processi formativi ed educativi sull’Olocausto: lo deve fare in ragione della scelta intelligente compiuta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per questo 2023. Il tema scelto, infatti, “Casa e appartenenza” mette in luce l’umanità delle vittime e dei sopravvissuti dell’Olocausto, ai quali, senza ragione alcuna, con disprezzo, con indegno e indecoroso atteggiamento prevaricatorio, sono stati lacerati la casa e, più ancora e più drammaticamente, il senso di appartenenza dai barbari che hanno dato vita all’Olocausto. La violenza dell’esclusione è iniziata con la disinformazione e l’incitamento all’odio che hanno fornito appoggio endemico all’ingiustizia sistemica, alla disparità e all’esclusione e si è conclusa con l’omicidio genocida che ha consegnato alla storia la pagina più buia che uomini potessero scrivere. Il tema ci ricorda la responsabilità di ciascuno di noi (nessuno escluso) di rispondere con umanità alle vittime di crimini atroci, osteggiare l’incitamento all’odio, l’antisemitismo, la distorsione e la negazione dell’Olocausto e, ma non in ultimo, il pregiudizio (spesso distrugge esseri umani, intere comunità e popoli) – fare tutto il possibile per prevenire il genocidio, i futuri genocidi.
Per non dimenticare: Play list di film e documentari per non dimenticare la Shoah sulla RAI
Una collezione di programmi, film e documentari, per ogni disciplina: RaiPlay Learning, in occasione del Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, mette on line su RaiPlay, dal 20 al 29 gennaio, una playlist di film e documentari per non dimenticare la Shoah.Nella playlist di Letteratura sarà possibile trovare materiale d’archivio su Primo Levi, uno dei più importanti scrittori italiani, Anna Frank e la memoria negata, Etty Hillesum, giovane scrittrice olandese morta ad Auschwitz e poi ancora Irene Nemirowsky con l’incredibile storia del suo manoscritto, ritrovato 60 anni dopo la sua morte nei campi di concentramento e diventato un successo letterario mondiale. Per quanto riguarda Scienze Umane, invece, la playlist di RaiPlay Learning, attraverso documentari con le voci tra l’altro, di Lai Levi e Liliana Segre, vuole documentare l’orrore dei lager, e la messa in atto della cosiddetta Soluzione Finale, ovvero il piano che prevedeva lo sterminio degli ebrei, ma anche dei Rom, dei Testimoni di Geova, degli omosessuali, dei disabili e dei dissidenti politici. Ricca anche la playlist di contenuti dedicati alla Storia: dal periodo da “Music & Performing Arts” si intraprende un viaggio attraverso le musiche di spettacoli teatrali e film ispirati a storie vere. In questa playlist, particolarmente interessante è un documentario che racconta la Shoah ai più piccoli, con “la Stella di Andra e Tati”, la storia di due sorelline sopravvissute all’eccidio nazista. RaiPlay Learning, sezione nata con la pandemia per offrire uno strumento e un supporto concreto agli studenti durante il duro periodo della didattica a distanza, continua a dedicare a loro strumenti di approfondimento, orientamento lavorativo, supporto nella vita scolastica di tutti i giorni.
RAI Scuola, venerdì 27 gennaio 2023
RAI Scuola – La scuola restituita (Ore 18)
Sono tornati sentire il suono della campanella, a distanza di 84 anni da quel settembre del 1938, quando, bambini, vennero espulsi dalla scuola, per il demerito di essere ebrei. Ad accoglierli le ragazze e i ragazzi di “Rondine. Cittadella della Pace”, che ad Arezzo studiano insieme, con una modalità didattica all’avanguardia, per costruire un mondo migliore. Abbiamo incontrato i testimoni anziani dell’orrore nazifascista, e i giovani ragazzi, italiani e del mondo, che ne hanno raccolto la memoria, e ci hanno raccontato cosa vuol dire vivere in un luogo nel quale, a fianco del “nemico”, i conflitti vengono trasformati in opportunità di pace.
RAI Scuola – La musica libera (Ore 18:30)
Uno Speciale dal titolo “La musica libera” composto da due puntate sul tema della musica composta nei luoghi della deportazione e nelle carceri italiane nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Un viaggio che raccoglie il lavoro decennale del Maestro Francesco Lotoro fatto da ricerche di spartiti, intere opere musicali e storie di musicisti di origine ebraica, sinti e Roma, politici deportati nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Terezin e Alberobello o detenuti nelle carceri come San Vittore e Via Tasso. E’ un viaggio nella memoria storica, realizzata con un linguaggio più diretto possibile ai giovani. Far conoscere il tema della Shoah o in generale della detenzione avvenuta durante quei tragici momenti prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, attraverso la Musica “liberata”, affinché questa fosse restituita all’intera Umanità. Rai Scuola sarà impegnata in futuro a dare continuità al lavoro della Fondazione ILMC (Istituto di letteratura musicale concentrazionaria) che nei prossimi anni darà vita all’incommensurabile eredità artistica e umana che sarà il cuore della Cittadella della Musica Concentrazionaria, il primo Hub che nascerà a Barletta.)
RAI Scuola – Speciali Scuola. Concerto di luci (Ore 19:30)
Ogni notte a Buchenwald il musicista polacco Józef Kropiński, si rinchiudeva clandestinamente nella stanza di dissezione del dipartimento di patologia del Lager e a lume di candela scriveva musica. Oggi delle sue 400 opere soltanto 117 sono sopravvissute e grazie al lavoro di ricerca e messa in musica del Maestro Francesco Lotoro, si riaccende la candela di Józef. Il 26 gennaio 2023 per la Giornata della Memoria a Barletta risuoneranno in concerto le sue opere e quelle di tanti altri prigionieri musicisti. Alessandra Peralta regista e Pietro De Gennaro autore hanno curato lo Speciale di Rai Scuola che andrà in onda il 27 gennaio 2023. Attraverso una accurata scenografia le luci di mille candele diventano musica. Nello Speciale si racconterà come la musica del Maestro francese Maurice Soret, in particolare “Reve de France”, composta in un campo di internamento tedesco, sia ritornata ad essere ascoltata. Come è stato possibile possibile tecnicamente che un disco in ceralacca in pessimo stato di conservazione, donato al Maestro Lotoro, sia ritornato a noi, con un accurato lavaggio dei supporti, e come sia stata possibile la digitalizzazione, recuperando così i file audio.
La musica concentrazionaria, la musica creata in cattività o in condizioni estreme di privazione dei diritti fondamentali dell’uomo. “La ricerca musicale concentrazionaria nutre l’ambizione di trasformare una immane catastrofe nella più grande possibilità che oggi l’uomo ha per migliorare l’arte, la musica, il pensiero creativo e le emozioni più profonde e insondabili dell’intelletto”, dice il Maestro Francesco Lotoro nell’introdurre il concerto al Teatro Comunale di Barletta il Maestro Francesco Lotoro dedicato alla Giornata della Memoria il 27 gennaio 2023. Recuperare questa musica equivale a ricostruire scuole e ospedali distrutti dalla guerra, ripristinare processi educativi che si ritenevano irrimediabilmente compromessi da conflitti e deportazioni. La musica raccolta dal 1983 dalla Fondazione ILMC (Istituto di letteratura musicale concentrazionaria) è incalcolabile in numeri e valori e le 8.000 partiture recuperate potrebbero un giorno rivelarsi una piccola parte di quanto creato durante gli anni che passano dall’ascesa del nazismo alla destalinizzazione dell’ex U.R.S.S. “Bisogna non soltanto recuperare ma altresì riparare questo patrimonio musicale – è il grido d’allarme di Lotoro – affinché sia restituito all’Umanità e possa riacquistare il posto che gli spetta nella Storia della Musica”. Alla luce di una candela, Józef scriveva musica in quello che non può essere definito altrimenti che un inferno sulla sfera terrestre. Oggi a Barletta, racconta lo Speciale di Rai Cultura in onda su Rai Scuola il 27 gennaio 2023, si sono riaccese le candele di Józef Kropiński; hanno risuonato le opere sue e di tanti altri prigionieri musicisti; in un meraviglioso processo di fotosintesi, le luci di mille candele diventano musica.
RAI Scuola – Edith – Una ballerina all’inferno (Ore 20)
Edith è un talento della danza. Vive a Kassa, in Ungheria. Nella primavera del 1944 viene deportata a Birkenau insieme ai genitori e alla sorella Magda, perché ebrei. La danzatrice sedicenne che sognava di esibirsi all’Opera di Budapest si ritrova nello squallore e nel fango di una baracca del settore femminile del più brutale lager nazista. Ma lei, sfidando Kapò e SS, continuerà a danzare, con il corpo e con l’anima, riuscendo a salvarsi la vita. Una straordinaria storia vera di amore per l’arte, la passione ed il coraggio.
Binario 21 su Rai1
In occasione della Giornata della Memoria, la Senatrice a vita Liliana Segre, accompagnata da Fabio Fazio, conduce gli spettatori in un viaggio al Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano, per un evento televisivo esclusivo, “Binario 21”, in diretta venerdì 27 gennaio alle 20.35 su Rai1. Da quel luogo nascosto, il Binario 21, il 30 gennaio del 1944 partì il treno che condusse la tredicenne Liliana Segre al campo di sterminino di Auschwitz, insieme ad altre 604 persone, fra cui suo padre Alberto, da dove fecero ritorno in 22. Ed è da quel sotterraneo che la Senatrice a vita, accompagnata da Fabio Fazio, riapre il cassetto della memoria al pubblico di Rai1 e ripercorre in diretta la storia di quella terribile giornata del ’44, per una testimonianza emozionante e personale, che diventa racconto civile collettivo. Un viaggio indietro nel tempo di 79 anni che si avvale anche di materiali fotografici, stampa e video dell’epoca, per rendere visibile a tutti un luogo normalmente invisibile e per ricordare una delle vicende più nere delle pagine della storia dell’uomo e che non deve mai essere dimenticata. In diretta dal Binario 21, Liliana Segre racconta i momenti concitati che precedettero la sua deportazione, ricordando i luoghi simbolo della sua esperienza, dalla pietra d’inciampo dedicata al padre Alberto, morto nel campo di sterminio, e posta davanti a casa Segre, alla scuola elementare di via Ruffini a Milano che Liliana frequentava e dalla quale nell’ottobre del 1938 fu espulsa a causa delle leggi razziali, fino al carcere di San Vittore, penultima tappa di quel viaggio all’inferno, e dalla quale quel 30 gennaio del 1944 venne prelevata per essere condotta a forza su un vagone merci in quel sotterraneo oscuro, nascosto nelle viscere della Stazione Centrale di Milano, a pochi metri dal via vai quotidiano inconsapevole dei viaggiatori. Il viaggio nella memoria di “Binario 21” vedrà la partecipazione di Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino e un’esclusiva esibizione del Coro del Teatro alla Scala ai binari della Stazione Centrale di Milano. “Binario 21” è realizzato da Rai Cultura in collaborazione con l’OFFicina. “Binario 21” è scritto da: Fabio Fazio, Arnaldo Greco, Piero Guerrera, Veronica Oliva e Francesco Piccolo, con la collaborazione di Stefano Faure, Giacomo Freri e Antonietta Zaccaro. Responsabile Casting Monica Tellini. Coordinamento editoriale Felice Cappa. Produttore esecutivo L’OFFicina Marcello Mereu. Produttore esecutivo Rai Eliana Mercieri. Capo progetto Luisa Pistacchio. Con la regia di Cristiano D’Alisera.
Passato e presente – Le donne nei lager nazisti (Ore 13:15 su Rai3 e in replica alle 20:30 su Rai Storia)
Per la Giornata della Memoria, Passato e presente dedica una puntata alla deportazione femminile nei lager nazisti, con la professoressa Anna Foa. Nel 1939, prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, i nazisti costruiscono il campo di concentramento femminile di Ravensbruck, 80 km a nord-est di Berlino, che rimarrà l’unico, per tutta la durata del conflitto, a ospitare esclusivamente donne. Dal 1942 vengono poi aperte sezioni femminili in altri campi, come Auschwitz-Birkenau e Bergen Belsen. La deportazione femminile ha delle caratteristiche proprie, a cominciare dalla vergogna per la nudità, a cui tutti i prigionieri sono sottoposti, fin dall’arrivo nel lager, ma che per le donne è più umiliante e difficile da sopportare. Le situazioni più drammatiche sono quelle delle madri, che già all’arrivo nei lager quasi sempre vengono mandate nelle camere a gas con i figli. Le donne incinte sono costrette ad abortire o, se riescono a partorire, a vedere i loro piccoli morire di fame e di freddo. Inoltre, diverse donne sono sottoposte anche a esperimenti pseudoscientifici che, quando non le uccidono, ne compromettono irrimediabilmente la salute. Su di loro si sperimentano i metodi di sterilizzazione di massa, che i nazisti intendono adottare nei confronti delle popolazioni considerate inferiori.
Giorno della memoria, la programmazione speciale delle reti Mediaset
Anche sulle reti Mediaset la programmazione speciale dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto si impegna a tenere viva nella mente dei telespettatori una pagina cruciale della nostra storia con speciali, interviste, documentari, servizi giornalistici, film e una campagna promo istituzionale in onda su tutti i canali.
Su Canale 5, andrà in onda “Con Sami per non dimenticare”: intervista esclusiva realizzata dal giornalista Roberto Olla a Sami Modiano, 92enne, sopravvissuto ai lager nazisti che oggi dedica la sua vita agli incontri nelle scuole per tenere viva la memoria dell’Olocausto. Una testimonianza drammatica nella quale Modiano, assieme a un gruppo di studenti del Liceo Tasso di Roma, ritorna a quando era internato nel lager di Auschwitz-Birkenau. L’intervista in versione integrale (120 minuti) andrà in onda venerdì 27 gennaio sulla rete Focus alle 21.15. Sempre su Canale 5, venerdì 27 gennaio, in seconda serata, il film The Crossing – Oltre Il confine.
Retequattro ha preparato la settimana cinematografica Per non dimenticare sostenuta anche da un spot della rete. Venerdì 27 gennaio, in day-time, La 25a ora, sabato 2, in prima serata, Schindler’s List di Steven Spielberg. A seguire, il docufilm I ragazzi di Windermere: a parole loro.
Su Focus, venerdì 27 gennaio, alle 21.15, la versione integrale (120 minuti circa) dell’intervista esclusiva del Tg5 realizzata da Roberto Olla a Sami Modiano. A seguire, il docufilm inedito Fossoli: Anticamera per l’Inferno e Lili Marlene: La guerra degli italiani di Pietro Suber. Domenica 29 gennaio, dalle ore 15.15, Il Processo Eichmann – La Banalità del Male.
RAI Storia e il 27 gennaio 2023
Il giorno e la storia (Ore 00.10 e in replica 8.30, 12:15, 13.30 ca., 20.10 ca.)
È il 27 gennaio 1945: i soldati dell’Armata Rossa varcano i cancelli di Auschwitz e liberano i prigionieri superstiti, sopravvissuti allo sterminio razzista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprono e svelano al mondo, gli orrori che si sono compiuti nel cuore dell’Europa.
Passato e Presente – La conferenza di Wansee con il prof. David Bidussa (ore 9)
Il 31 luglio del 1941 Hermann Göring, “uomo forte” della politica economica del Terzo Reich, incarica il generale delle SS Reinhard Heydrich di predisporre, in collaborazione con «le altre istanze centrali», «tutte le necessarie misure per preparare dal punto di vista organizzativo, pratico e materiale una soluzione globale della questione ebraica nell’area dell’Europa sotto influenza tedesca». Per Heydrich è la grande occasione: quest’investitura gli consente di ricondurre la judenpolitik sotto la sua egida. Forte di questa delega, nel novembre successivo il gerarca nazista indice per il 20 gennaio 1942 una riunione con quindici tra i più alti funzionari pubblici, membri del Partito nazista, ufficiali delle SS, e delegati delle autorità civili di occupazione in Polonia e in Unione Sovietica. L’evento avrebbe avuto luogo in una villa sul lago di Wannsee, alla periferia di Berlino. Tutti gli invitati avevano già sperimentato delle “soluzioni regionali” alla questione giudaica, ma quello che Heydrich e i partecipanti alla conferenza si accingono a fare ora è uccidere fino all’ultimo ebreo d’Europa, dall’Irlanda agli Urali, dall’Artico al Mediterraneo, ovvero trasformare l’eccidio di massa in un vero e proprio genocidio.
I bambini di Bullenhuser Damm, Storie di vite spezzate (ore 9:35)
Il 20 aprile 1945, venti bambini ebrei provenienti da tutta Europa vennero uccisi nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm. Il documentario “I bambini di Bullenhuser Damm”, in onda venerdì 27 gennaio alle 9:35 su Rai Storia, racconta le loro giovani vite spezzate: dall’arresto e dalla separazione dai genitori, alla detenzione nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dagli esperimenti medici che subirono al terribile epilogo della loro storia.
Pietre d’inciampo – Napoli. Procaccia, Pacifici e Molco (Ore 10:30, replica di mercoledì 18 gennaio alle 19:30)
A Napoli, in Piazza Bovio, ci sono nove pietre d’inciampo dedicate a nove persone, tutte dello stesso nucleo familiare. Amedeo Procaccia e Jole Benedetti sono i capostipiti di questa famiglia, marito e moglie di origine ebraica che negli anni ’30 abbracciano la fede fascista. Amedeo e Iole hanno un figlio maschio, Aldo, e due figlie femmine, Yvonne ed Elda. Alla fine degli anni ’30, Yvonne ed Elda sposano due amici venuti dalla Toscana, Sergio Molco e Loris Pacifici. Nell’estate del 1943, per sfuggire ai bombardamenti che stanno mettendo in ginocchio Napoli, i componenti di questa grande famiglia si rifugiano in Toscana vicino a Lucca, pensando di essere al sicuro. Ma il 6 dicembre, in seguito a una delazione, vengono arrestati dalle milizie fasciste. Sono portati al campo di transito di Bagni di Lucca, e poi da lì avviati ad Auschwitz, dove muoiono tutti. La più piccola, Luciana, di soli 7 mesi, muore durante il trasferimento sul convoglio numero 6, partito da Milano, dal famigerato binario 21, il 30 gennaio 1944. Sergio Molco, la moglie Yvonne e il figlio Renato riescono a sfuggire all’arresto, ma Sergio viene arrestato poche settimane dopo. Lo attende lo stesso destino del resto della famiglia: deportato ad Auschwitz il 6 febbraio, muore 22 giorni dopo. Le loro storie sono raccontate da Annalena Benini nella nuova serie “Pietre d’inciampo” in onda mercoledì 18 gennaio alle 19:30 su Rai Storia.
Storie della Shoah in Italia. I complici (Ore 11)
Gli anni sono quelli dal 1943 al 1945, e i protagonisti sono i collaborazionisti italiani che, durante l’occupazione nazista, aiutarono di loro spontanea volontà nella ricerca e nell’arresto dei loro concittadini di religione ebraica. Le vicende dei personaggi, loro malgrado protagonisti di queste storie, si dipanano su quattro città italiane: Roma, Firenze, Milano e Trieste. Per ognuna di queste città verrà raccontata una storia esemplare di “tradimento”, attraverso la quale è possibile conoscere il meccanismo della deportazione e le motivazioni personali di chi voleva un’Europa “libera da ebrei”. Utilizzando un linguaggio chiaro e fonti in gran parte inedite, si vuole raccontare questa pagina oscura e quasi completamente dimenticata della storia recente del nostro paese. “Storie della Shoah in Italia. I complici” andrà in onda venerdì 27 gennaio alle ore 11 su Rai Storia
Pietre d’inciampo – Viterbo. Famiglia Di Porto (Ore 12:20, replica di giovedì 19 gennaio ore 19:30)
Angelo Di Porto e Letizia Anticoli abitavano a Viterbo, dove avevano una piccola merceria. Erano genitori del piccolo Silvano e vivevano insieme ai genitori di lei, Vittorio Emanuele e Reale, in via della Verità. La famiglia, una delle poche famiglie ebree di Viterbo, era molto benvoluta da tutti. La vita di queste persone è sconvolta il 2 Dicembre 1943 quando, proprio davanti alla loro abitazione, Angelo, Letizia e Reale, vengono portati via dalle milizie fasciste e condotti al carcere di Santa Maria in Gradi. Il piccolo Silvano, di soli 8 anni, viene salvato da una vicina di casa, una ragazza di 17 anni, che lo prende per mano e lo porta via come se fosse figlio suo. Anche Vittorio Emanuele viene arrestato qualche tempo dopo, a Roma.
Il 22 Marzo 1944, Angelo, Letizia e Reale vengono caricati su un camion: sono destinati al campo di transito di Fossoli. Mentre sta salendo sul camion, Reale cade e si rompe una gamba. Probabilmente perde conoscenza e resta distesa sull’asfalto, e i fascisti, che la credono morta, la lasciano lì. Viene salvata da un muratore viterbese, che la fa accomodare sulla sua carriola e la porta all’ospedale di Viterbo, dove viene nascosta e curata da un medico e da un infermiere, Francesco Morelli.
Angelo, Letizia e Vittorio Emanuele, invece, non faranno mai ritorno dai campi di sterminio. Silvano non ha mai dimenticato la sua famiglia e per anni ne ha tramandato la memoria, che oggi rivive in Angelo, suo figlio. La storia della famiglia Di Porto sarà raccontata da Annalena Benini nell’ appuntamento con Pietre d’inciampo, in onda su Rai Storia venerdì 27 gennaio alle ore 12.20 su Rai Storia.
Disegni dall’Olocausto (Ore 12.45)
Un eccezionale documentario per conoscere la tragedia della Shoah da un’angolazione del tutto nuova: quella offerta dai circa 30.000 disegni e schizzi realizzati di nascosto nei lager dai deportati. Il coraggio di testimoniare, il bisogno di fissare su carta l’indicibile, usando materiali di fortuna e occultandoli nei punti più impensabili per non costare la vita ai loro artisti, per farli arrivare fino a noi. È lo Speciale “Disegni dall’Olocausto”, in onda giovedì 27 gennaio alle 12.45 su Rai Storia. A fare da guida in questo viaggio di grande valore artistico e morale è lo studioso della Shoah David Bidussa.
Passato e presente – La liberazione di Auschwitz con il prof. Alessandro Barbero (Ore 14:15)
In occasione del Giorno della Memoria, Passato e presente dedica una puntata alla liberazione di Auschwitz, il lager simbolo del progetto di sterminio nazista. Inizialmente il campo è destinato a raccogliere i prigionieri di guerra e i tanti civili, soprattutto ebrei, che vengono rastrellati dall’esercito nazista nel suo percorso di conquista in Europa. I deportati sono destinati al lavoro forzato e nel corso della guerra milioni di prigionieri-schiavi, ad Auschwitz e negli altri lager nazisti, contribuiranno a mandare avanti l’industria civile e quella bellica della Germania.
Quando a Wansee, nel gennaio 1942, viene decisa la “soluzione finale della questione ebraica”, ossia lo sterminio di tutti gli ebrei d’Europa, il lager numero 2, Auschwitz-Birkenau, diventa il principale campo di sterminio del Reich. Oltre un milione e mezzo di persone vengono uccise nelle camere a gas, un milione delle quali ebree. Ma nel campo si muore anche per le terribili condizioni di vita e di lavoro, per la fame, le malattie, le esecuzioni sommarie.
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata rossa arrivano ad Auschwitz e liberano il campo, abbandonato qualche giorno prima dalle truppe tedesche in rotta. Lo spettacolo che si presenta ai loro occhi è spaventoso. 7.000 prigionieri, tra cui 700 bambini, vagano come fantasmi in circa di cibo per sopravvivere. Molti di loro, con il fisico stremato, moriranno anche dopo la liberazione. Per i sopravvissuti inizierà un lungo viaggio e difficile di ritorno, come raccontato ne “La tregua” di primo Levi. Ospite di Paolo Mieli è il professor Alessandro Barbero. L’appuntamento con “La liberazione di Auschwitz” è per venerdì 27 gennaio alle 14:15 su Rai Storia.
Il coraggio della pietà. Gli ebrei in Italia durante la guerra (Ore 15)
Nella seconda puntata della ricca ricostruzione storica sugli Italiani e la guerra, in onda venerdì 27 gennaio alle ore 15 su Rai Storia, Caracciolo intervista molti sopravvissuti ai campi di sterminio. Lo storico Carpi illustra le sue ricerche sul comportamento della popolazione italiana verso gli Ebrei residenti in Italia. Ducci, poi, illustra il suo punto di vista sul comportamento di Benito Mussolini, nella sua opinione ambiguo nell’intervenire clandestinamente per salvare la vita ad alcuni Ebrei nonostante ufficialmente allineato col dittatore nazifascista.
Pietre d’inciampo – Milano. Andrea Schivo (Ore 16, replica della puntata del 20 gennaio alle 19:30)
Andrea Schivo non era ebreo ma ha perso la vita per aver aiutato gli ebrei detenuti nel carcere di San Vittore, dove lavorava come guardia carceraria. A lui è dedicato l’appuntamento con “Pietre d’inciampo” in onda venerdì 27 gennaio alle 16 su Rai Storia. Nato nel 1895 a Villanova d’Albenga, in Liguria, Andrea partecipa alla Prima Guerra Mondiale, durante la quale viene colpito da un proiettile. Come risarcimento per quel colpo di pistola, ottiene dallo Stato italiano un lavoro come guardia carceraria. Si trasferisce quindi a Milano, dove presta servizio nel carcere di San Vittore, carcere che nel 1943, in seguito all’occupazione nazista, si riempie di uomini, donne e bambini ebrei. Andrea Schivo cerca di alleviare le condizioni di questi prigionieri, portando da casa uova, marmellata, frutta, pollo cucinato dalla moglie. Tutto quanto poteva essere utile. Un giorno del ’44, però, i tedeschi trovano un ossicino di pollo in una cella del quinto raggio occupata da una famiglia di ebrei che, sottoposti a tortura, confessano il nome dell’agente che ha introdotto per loro in carcere del cibo di nascosto: si tratta di Andrea Schivo. Subito arrestato e rinchiuso nello stesso carcere in cui lavorava, Andrea viene trasferito dopo pochi giorni nel lager di Bolzano e poi nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania, dove muore il 29 gennaio 1945, due giorni dopo la liberazione di Auschwitz.
L’episodio riemerge nel 1998, con la pubblicazione di un documento d’archivio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano: si tratta della testimonianza di diciannove agenti di custodia contenente i particolari sull’arresto di Schivo.
Italiani – Gino Bartali (Ore 16:30)
Medaglia d’oro al Merito civile, viene dichiarato “Giusto tra le nazioni”, onorificenza conferita da Israele ai non ebrei che si sono distinti per aver salvato anche un solo ebreo durante la Seconda guerra mondiale, Gino Bartali è il protagonista del doc in onda per il ciclo “Italiani”, venerdì 27 gennaio alle 16:30 su Rai Storia.
“Ginettaccio” per il suo carattere un po’ burbero, ma anche “L’uomo d’acciaio”, “Gino il Pio”, “L’intramontabile”, Bartali nasce il 18 luglio 1914 a Ponte a Ema, nei pressi di Firenze. La sua famiglia è d’origine contadina. Da ragazzo lavora come apprendista meccanico nella bottega di un ciclista. Si mette in luce tra i dilettanti e, passato professionista, nel 1936, a 22 anni vince con la Legnano il suo primo Giro d’Italia, che conquisterà anche l’anno successivo. L’anno della consacrazione arriva nel 1938 quando trionfa al Tour de France. Gino intanto ha conosciuto Adriana Bani, che sarà l’amore di una vita e che sposerà nel 1940.
Bartali fin da giovane è un fervido credente, è iscritto all’Azione Cattolica, è devoto a Santa Teresa di Lisieux, è terziario carmelitano. Gli anni della guerra gli porteranno via la possibilità di tante vittorie, ma faranno uscire la sua grandezza d’animo. Gino, amico del cardinale Elia Dalla Costa, si mette al servizio di una rete clandestina per il salvataggio degli ebrei. Tante volte farà in bicicletta il tragitto tra Firenze e Assisi, a rischio della propria vita, per trasportare documenti falsi contribuendo così al salvataggio di circa 800 persone. Gino non racconterà mai in pubblico questa storia perché, come diceva, “Il bene si fa ma non si dice”.
Nel dopoguerra arriveranno le altre grandi vittorie di Bartali e la rivalità con Fausto Coppi, molto diverso da lui per carattere: l’Italia è divisa ormai in bartaliani e coppiani. Gino vince il Giro d’Italia del 1946, il cosiddetto “Giro della rinascita”, proprio davanti a Coppi, che aveva vinto da suo gregario l’ultimo giro prima della guerra. Ma la più grande impresa sportiva di Bartali è la vittoria al Tour de France del 1948, a 34 anni e a 10 di distanza dalla prima. La sua vittoria avviene in un momento molto critico, quello dell’attentato a leader comunista Palmiro Togliatti, ed è ancora più importante perché contribuisce a favorire un clima di pacificazione nel Paese. Gino correrà fino alla metà degli anni ’50 e poi si dedicherà sempre al ciclismo come dirigente sportivo e commentatore. Verrà intervistato molte volte e non disdegnerà di apparire in diverse occasioni alla televisione. Bartali muore, all’età di 85 anni, il 5 maggio del 2000.
Diario di un cronista – Piazza Giudia (ore 17:30)
16 ottobre 1943: sono le 5:30 di un sabato mattino quando le truppe naziste entrano a Portico d’Ottavia, nel ghetto di Roma, per condurre a termine un vasto rastrellamento. A comandarle è il tenente colonnello Kappler, che promette agli ebrei la salvezza in cambio della consegna di 50 chili d’oro. Due giorni dopo la razzia del ghetto, i tedeschi deportano ad Auschwitz i 1023 ebrei fatti prigionieri. Alla fine della guerra torneranno a casa solo sedici uomini e una donna. Il rastrellamento di Roma rappresenta il più grave caso di persecuzione antiebraica avvenuto in Italia a opera delle truppe tedesche di occupazione. In ricordo della tragedia, andrà in onda su Rai Storia venerdì 27 gennaio alle ore 17:30 “Piazza Giudia”, la puntata di “Diario di un cronista” in cui Zavoli rievoca la retata compiuta dai nazisti al ghetto di Roma, attraverso interviste a ex deportati, a chi è riuscito ad evitare l’arresto, ma non ha più rivisto i familiari deportati, a chi ha salvato parenti e amici. Zavoli intervista anche Quirino Zazza, il capotreno di uno dei convogli di deportati dal ghetto di Roma. “Piazza Giudia” era un servizio girato da Zavoli per TV7 e trasmesso nell’ottobre 1963, a venti anni dal rastrellamento del Ghetto di Roma. Per tale servizio Zavoli si servì di un camion dei vigili del fuoco per riprendere le interviste ai superstiti delle famiglie colpite dalla razzia, affacciati dalle loro finestre di casa a Portico d’Ottavia.
Pietre d’inciampo – Livorno. Frida Misul (Ore 18, replica del 17 gennaio ore 19:30)
Quella di Frida Misul, livornese di origine ebraica, è la storia di una sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, una sopravvissuta che ha documentato il suo calvario su un diario, affinché la memoria venisse tramandata di generazione in generazione. È lei la protagonista del secondo appuntamento con “Pietre d’inciampo”, serie Rai Cultura condotta da Annalena Benini in onda venerdì 27 gennaio alle ore 18 su Rai Storia. Frida proviene da una famiglia modesta che, nonostante le difficoltà, la sostiene in tutto e per tutto nella sua grande passione: il canto lirico. Negli anni ’30 Frida studia per diventare soprano e si esibisce spesso nei teatri di Livorno con lo pseudonimo di Frida Masoni, in seguito alle leggi razziali. Ma nel 1943 la sua esistenza viene sconvolta: qualcuno che le è molto vicino la denuncia come ebrea, così Frida viene arrestata e trasferita a Fossoli, prima di essere deportata ad Auschwitz nel 1944. Costretta ai lavori forzati, si ammala e viene ricoverata nell’ospedale del campo. Qui, Frida canta per allietare lo strazio e il dolore delle sue compagne di prigionia, catturando anche l’attenzione dei medici e dei soldati del campo che, colpiti, le riservano un trattamento meno disumano. Quando Frida lascia la Polonia viene costretta a marciare sulla neve, per chilometri e chilometri, verso altri campi di concentramento. Si trova nel campo di Terezin, la mattina del 9 Maggio 1945, quando l’armata russa libera il campo. E’ stremata ma viva…. La pietra di inciampo a lei dedicata si trova in via Chiarini 2, lì dove un tempo c’erano le case abitate dagli ebrei nei pressi della sinagoga di Livorno.
Scritto, letto, detto – Gennaro Cosentino (Ore 18.30)
Il giornalista Gennaro Cosentino racconta la storia di Giovanni Grillo, un deportato calabrese: dalle sue origini nel paese di Melissa, alla partecipazione alla guerra come aviere, alla cattura in Albania fino ad essere imprigionato nel campo di concentramento Stammlager XII F. Poi, la morte prematura, dopo anni di ricoveri in sanatori italiani e francesi. La vicenda, ricostruita in modo puntuale grazie ai documenti ufficiali conservati dalla famiglia di Grillo, è l’occasione per far conoscere quella di tanti altri Internati Militari Italiani (IMI), che pur di non aderire alla Repubblica di Salò, scelsero la deportazione.
Ho scelto la prigionia: diario di un internato militare italiano (Ore 18.40)
Dopo l’8 settembre 1943, decine di migliaia di ufficiali, sottufficiali e soldati italiani vennero disonorati e catturati dai tedeschi che erano stati, fino a quel momento, i loro alleati. Oltre settecentomila furono i deportati in Germania e in Polonia, in ventimila morirono nei campi di prigionia. A loro – gli lnternati Militari ltaliani – è dedicato il documentario “Ho scelto la prigionia”, firmato da Francesco Conversano e Nene Grignaffini. “Fu il prezzo drammatico pagato al fascismo e alle sue volontà di potenza e al contempo, il primo momento di resistenza” per la successiva scelta dei militari di rimanere prigionieri in Germania, ha scritto la storica Rossella Ropa. Durante la prigionia i tedeschi sottoposero i militari italiani a un trattamento punitivo, la cosiddetta “alimentazione proporzionata alla produttività” riducendoli, denutriti, al limite dello sfinimento. Il campo di concentramento diventò così per ognuno di loro il luogo della lotta per l’affermazione della dignità umana prima ancora di quella dell’essere soldati, il luogo in cui salvaguardare la propria identità, una sorta di luogo in cui praticare “l’educazione alla democrazia”, il momento in cui elaborare la crisi morale e materiale del proprio Paese, gli errori e le colpe del fascismo. Filo conduttore del documentario sono le immagini fotografiche scattate clandestinamente dal tenente Vittorio Vialli. Durante l’internamento, Vialli diventa una sorta di “fotografo clandestino” che gode della solidarietà dei compagni di prigionia e realizza una sorta di “reportage”, unico in tutta Europa. Sono quattrocentocinquanta scatti fotografici, sviluppati e stampati solo alla fine della guerra, all’interno dei quali è evidente un suo personale sguardo e “punto di vista” estetico e formale sull’avvenimento fotografato. La documentazione fotografica comincia il primo giorno della sua cattura, l’8 settembre del ‘43, e termina il giorno della sua liberazione, quando ritorna in Italia nel settembre del ‘45 e scatta l’ultima foto al Brennero. Attraverso le foto di Vialli, rivive la triste vicenda comune a centinaia di migliaia di prigionieri italiani; le sue fotografie raccontano la vita quotidiana dei soldati durante la prigionia, dalla lotta per la sopravvivenza fino al loro ritorno a casa. Il racconto è arricchito dai frammenti dei diari scritti da militari internati nei lager tra cui quello di Giorgio Raffaelli e dello scrittore Giovanni Guareschi, compagno di prigionia di Vialli. Le immagini di repertorio dei campi di prigionia e della guerra saranno un altro elemento di testimonianza di quella drammatica esperienza. Infine, gli interventi di illustri storici e le testimonianze di alcuni familiari degli ex-internati, contribuiranno alla “ricostruzione” della memoria della vicenda.
Pietre d’inciampo – Roma. Famiglia Terracina (Ore 19:30)
E’ la storia di una famiglia di ebrei romani che, scampata al rastrellamento del ghetto nel 1943 e nascosta grazie all’aiuto del portiere del loro palazzo, viene poi arrestata e deportata ad Auschwitz. Dal campo tornerà solo il figlio Piero, allora adolescente, che fino alla morte ha sempre ricordato e tramandato la sua esperienza, insieme all’amico Sami Modiano, sopravvissuto con lui allo sterminio e ancora oggi tra i pochissimi testimoni viventi. Le pietre dedicate alla famiglia si trovano a Piazza Rosolino Pilo 17 a Roma. Ettore Terracina, nipote di Piero Terracina, e Elisa Guida, biografa della famiglia Terracina, legata a Piero da un intimo rapporto di amicizia ripercorrono la loro storia insieme ad Annalena Benini, nell’ultimo appuntamento con “Pietre d’inciampo” in onda venerdì 27 gennaio alle 19:30 su Rai Storia.
Passato e presente – Le donne nei lager nazisti (Ore 20:30 replica delle 13:15 su Rai3) Per la
Giornata della Memoria “Passato e presente”, in onda in prima visione venerdì 27 gennaio alle 13:15 su Rai3 e in replica alle 20:30 su Rai Storia, dedica una puntata alla deportazione femminile nei lager nazisti, con la professoressa Anna Foa. Nel 1939, prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, i nazisti costruiscono il campo di concentramento femminile di Ravensbruck, 80 km a nord-est di Berlino, che rimarrà l’unico, per tutta la durata del conflitto, a ospitare esclusivamente donne. Dal 1942 vengono poi aperte sezioni femminili in altri campi, come Auschwitz-Birkenau e Bergen Belsen.
La deportazione femminile ha delle caratteristiche proprie, a cominciare dalla vergogna per la nudità, a cui tutti i prigionieri sono sottoposti, fin dall’arrivo nel lager, ma che per le donne è più umiliante e difficile da sopportare.
Le situazioni più drammatiche sono quelle delle madri, che già all’arrivo nei lager quasi sempre vengono mandate nelle camere a gas con i figli. Le donne incinte sono costrette ad abortire o, se riescono a partorire, a vedere i loro piccoli morire di fame e di freddo.
Inoltre, diverse donne sono sottoposte anche a esperimenti pseudoscientifici che, quando non le uccidono, ne compromettono irrimediabilmente la salute. Su di loro si sperimentano i metodi di sterilizzazione di massa, che i nazisti intendono adottare nei confronti delle popolazioni considerate inferiori.
Dalle leggi razziali alla Costituzione (Ore 21.10)
Gli speciali in prima serata saranno introdotti e contestualizzati dal professor Bruno Maida
L’ostetrica di Auschwitz (Ore 21:15)
Nel 1943 Stanisława Leszczyńska fu arrestata dalla Gestapo per aver aiutato i prigionieri del ghetto di Łódź e mandata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau insieme ai suoi tre figli. Lì subì un terribile processo. Stanisława lavorò come levatrice in condizioni disumane, fin quasi all’esaurimento. I bimbi appena nati dovevano essere soppressi per ordine del dottor Mengele, ma Stanisława si rifiutò di farlo, rischiando la vita. Diede assistenza a 3000 partorienti senza perdere nemmeno un bambino. Ma millecinquecento furono selvaggiamente uccisi dal personale del campo e mille morirono di fame e di freddo. Alcune centinaia, grazie alle caratteristiche somatiche (ad esempio gli occhi azzurri), finirono in brefotrofio per essere adottati da coppie tedesche senza figli. Solo una trentina di quei neonati sopravvissero tuttavia allo sterminio e alle durissime condizioni del campo. Il suo nome, come una delle quattro eminenti donne polacche del secolo scorso, è stato posto sul Calice della Vita sacrificato dalle donne polacche nel santuario di Jasna Góra. Il ritratto di questa donna straordinaria verrà tratteggiato nello speciale “L’ostetrica di Auschwitz”, in onda in prima visione venerdì 27 gennaio alle 21:15 su Rai Storia.
Diari dell’Olocausto – La Shoah degli adolescenti (Ore 22:15)
Le vicende della persecuzione razziale attuata dai nazisti vengono raccontate attraverso le parole dei diari scritti da dodici giovani adolescenti ebrei di età compresa fra i 13 e i 18 anni (tra i quali Anne Frank), ragazzi polacchi, lituani, ungheresi, cechi, olandesi.
Questi diari rappresentano per questi ragazzi un amico a cui confidare le più segrete emozioni, una maniera per registrare gli eventi a cui assistono, una forma di resistenza alla situazione opprimente che li circonda.
A casa, nei ghetti, in clandestinità, nei campi profughi o nei campi di transito, nelle più estreme condizioni di vita, stremati dalla fame o piegati dalla disperazione, nonostante il pericolo che questo comporta, questi giovani, confidano ai propri diari le proprie paure e le proprie speranze per un futuro diverso.
“Diari dell’Olocausto – La Shoah degli adolescenti”, in onda in prima visione venerdì 27 gennaio alle ore 22:15 su Rai Storia, segue cronologicamente le vicende della Seconda guerra mondiale con una chiave inedita, una coralità di voci giovanissime che descrivono in presa diretta la tragedia della guerra. Soggetto, sceneggiatura e regia di Massimo Vincenzi, al suo terzo documentario dopo “Fossoli-Anticamera per l’inferno” e “Drawing the Holocaust. Disegni dall’Olocausto”.
Testimoni di Auschwitz: Quindici racconti di vita dai campi di sterminio (ore 23.10)
Il miracolo di una vita, laddove tutto parlava solo di morte: la storia di Estare Weise, concepita dai genitori ad Auschwitz – contro ogni regola – e venuta alla luce in un altro campo, il giorno prima che venisse liberato dagli alleati. Una storia tra le quindici raccontate da altrettanti ebrei sopravvissuti alla Shoah e ai campi di concentramento – alcuni dei quali parlano per la prima volta – ne “Testimoni di Auschwitz” introdotto e contestualizzato dal professor David Bidussa, e in onda venerdì 27 gennaio alle 23:10 su Rai Storia.
La maggior parte di quei quindici testimoni, allora, erano bambini o poco più, deportati insieme alla famiglia e destinati a convivere con la perdita dei propri genitori, con gli stenti e il lavoro forzato, con la visione della morte, con il bivio quotidiano, quanto casuale, tra la vita e le camere a gas.
Attraverso le parole dei sopravvissuti – e utilizzando per la prima volta immagini a colori del campo di Auschwitz e di altri momenti della Shoah – il documentario ripercorre la storia dell’Olocausto, in quell’escalation di violenza inarrestabile e di odio antisemita che dalla Notte dei Cristalli arrivò alla deportazione e “soluzione finale”, passando per la creazione degli 800 ghetti europei. Una violenza alla quale resistere – ricordano i testimoni – cercando la vita nelle piccolissime cose di ogni giorno e nei piccoli gesti di solidarietà reciproca, come la condivisione di un semplice pezzo di pane.
Portale Rai Cultura
Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa libera il campo di concentramento nazista di Auschwitz. Ricollegandosi a quella data, il 27 gennaio di ogni anno (a partire dal 2000 in Italia e dal 2005 a livello mondiale) si celebra il Giorno della Memoria, per non dimenticare cosa sia stata la Shoah e i milioni di vittime che produsse. Rai Cultura – www.raicultura.it – ha realizzato un esclusivo Web-Doc , per conoscere e comprendere la tragedia della Shoah. I materiali, organizzati in sette sezioni tematiche, provengono dall’archivio storico della Rai e dagli approfondimenti più recenti prodotti da Rai Cultura.