Gino Cecchettin: “Porterò cultura nelle scuole per combattere la violenza sulle donne”

La lotta contro la violenza sulle donne passa attraverso l’educazione e la cultura. È questo il messaggio lanciato da Gino Cecchettin, padre di Giulia, la giovane di 22 anni uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
Intervenendo alla tappa conclusiva della campagna itinerante “Come un’Onda, contro la violenza sulle donne”, promossa da Rai Radio1 e Giornale Radio Rai presso l’Università Statale di Milano, Cecchettin ha sottolineato l’importanza di un’educazione che dia spazio ai sentimenti. “C’è un momento in cui si può scegliere, e quel momento lo puoi intercettare solo se hai avuto un determinato tipo di cultura”, ha dichiarato, evidenziando come la società sia ancora profondamente intrisa di stereotipi di genere. “Il maschio non deve piangere, non deve provare sentimenti. Io stesso sono cresciuto in questa cultura, cercando di aderire al modello del ‘maschio alfa’, ma ho capito che l’amore vero è tutt’altro”.
La Fondazione Giulia Cecchettin e i progetti educativi
Per contrastare questi stereotipi e promuovere una cultura del rispetto, Cecchettin ha annunciato l’impegno della Fondazione Giulia Cecchettin nella realizzazione di programmi educativi destinati alle scuole. “Con il nuovo anno scolastico arriveremo ai docenti, agli studenti e alle scuole con progetti mirati”, ha spiegato, sottolineando l’importanza di un approccio scientifico e strutturato. Tra le iniziative in cantiere, spicca la creazione di un comitato giovanile della fondazione, nato dall’entusiasmo di un gruppo di studenti universitari che hanno chiesto di contribuire attivamente. “L’idea è di avere una componente del comitato giovanile in ogni scuola d’Italia, per creare un osservatorio capillare e diffondere i contenuti elaborati dal comitato scientifico”, ha aggiunto Cecchettin.
Un impegno quotidiano contro la violenza
L’obiettivo della fondazione è ambizioso: sensibilizzare le nuove generazioni e creare una rete di giovani impegnati nella prevenzione della violenza di genere. “C’è tanto da fare, e non bisogna fermarsi”, ha concluso Cecchettin, ribadendo la necessità di parlare costantemente del fenomeno. La sua testimonianza, intrisa di dolore ma anche di speranza, rappresenta un appello a tutta la società: solo attraverso l’educazione e il superamento degli stereotipi si potrà costruire un futuro libero dalla violenza.