Gino Cecchettin: “Formare i docenti per combattere la violenza di genere nelle scuole. Pedagogia sia materia obbligatoria per tutti gli insegnanti”

Il padre di Giulia Cecchettin, la giovane di 22 anni barbaramente uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, ha intrapreso una significativa battaglia culturale attraverso la Fondazione che porta il nome della figlia.
In un’intervista al Corriere della Sera, Gino Cecchettin ha delineato la sua missione: “Educare le nuove generazioni”. Con il supporto del comitato scientifico della Fondazione, l’impegno si sviluppa su due fronti principali: “Andare nelle scuole a parlare con i giovani e lavorare sulla formazione dei docenti per promuovere relazioni non violente e decostruire gli stereotipi di genere”.
Le carenze del sistema scolastico
Cecchettin ha evidenziato come il cambiamento debba partire dal bagaglio culturale degli insegnanti. “In questi giorni ho incontrato tantissimi studenti e studentesse e docenti in giro per l’Italia e ho visto che c’è tanta richiesta di formazione”, ha dichiarato. Tuttavia, ha anche sottolineato le “inadempienze della scuola” citando le osservazioni della professoressa Irene Biemmi, docente di Pedagogia di genere all’Università di Firenze e componente del comitato scientifico della Fondazione. “Il primo problema sono i libri di testo, anacronistici e permeati di cultura patriarcale e sessista”, ha affermato Cecchettin, riportando le parole della professoressa.
Verso un nuovo approccio pedagogico
La visione di Cecchettin include un cambiamento strutturale nell’approccio educativo italiano. “In Italia le cattedre di Pedagogia di genere sono ancora poche. Dovrebbe invece essere materia obbligatoria nella formazione degli insegnanti, a partire dalla scuola dell’infanzia e primaria”, ha sottolineato. L’obiettivo ambizioso della Fondazione è “realizzare un presidio in ogni provincia e magari in ogni scuola”, grazie anche all’aiuto di numerosi volontari.