Gino Cecchettin: “Educare contro il patriarcato per onorare Giulia. Con la fondazione saremo nelle scuole per parlare di violenza di genere, sessualità ed emotività”

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Nel contesto del festival “Women and the City”, Gino Cecchettin ha concesso un’intervista toccante e riflessiva a La Stampa.

Con umiltà e determinazione, Cecchettin si presenta non come un esperto, ma come “un papà che ha voluto fare un ultimo regalo a sua figlia, una ragazza fantastica”.

Il dialogo si apre con una riflessione sulla famiglia d’origine di Cecchettin, che lui stesso definisce “patriarcale”. Ricorda un padre distante dall’educazione quotidiana, relegata alla madre, ma pronto a intervenire per le punizioni corporali. “L’educazione è un lavoro che devono portare avanti entrambi i genitori”, afferma Cecchettin, sottolineando come la comprensione di questo concetto sia arrivata con la sua stessa paternità.

Riflettendo sui modelli maschili della sua gioventù, Cecchettin critica gli stereotipi del “maschio alpha” rappresentati da personaggi come Rambo o James Bond. “Non puoi risolvere sempre tutto con la forza, alla lunga è estenuante e ti porta alla solitudine”, osserva, evidenziando la necessità di superare questi modelli obsoleti.

La tragedia personale ha portato Cecchettin a una dolorosa consapevolezza: “Noi conducevamo una vita tutto sommato normale, non pensi mai a queste vicende. Quando le leggevo sul giornale non mi sentivo toccato, finché poi non mi è capitato”. Questa realizzazione lo ha spinto a impegnarsi attivamente nella lotta contro la violenza di genere.

Cecchettin sottolinea l’importanza di un approccio inclusivo: “Non dobbiamo sentirci esenti dall’affrontare il problema. Le forme di violenza non sono solo femminicidi, ma ce ne sono altre di più sibilline”.

La Fondazione Giulia, creata in memoria della figlia, si propone di affrontare questi temi attraverso la formazione nelle scuole. “Faremo formazione tramite professionisti, per capire non solo cos’è la violenza di genere, ma anche la sessualità e l’emotività”, spiega Cecchettin, delineando un approccio olistico all’educazione.

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