Genitori sindacalisti dei figli, immortalati in una pellicola cinematografica. Rapporti sempre più difficili con docenti e scuola, che nascondono le carenze di una famiglia in crisi

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Si chiama “Educazione fisica”, il film diretto da Stefano Cipani che affronta una tematica complessa e attuale: i difficili rapporti tra genitori e insegnanti in ambito scolastico. Il film è stato interamente girato in una palestra scolastica, con un cast d’eccezione composto da Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Sergio Rubini e Claudio Santamaria.

La trama ruota attorno alla convocazione di un gruppo di genitori nella palestra di una scuola media, dove la preside (interpretata da Giovanna Mezzogiorno) cerca di far luce su un brutto fatto accaduto tra le mura scolastiche che coinvolge i loro figli. La verità è ancora incerta, ma la difesa e l’accusa si scatenano in un processo feroce che trasforma l’incontro in un’arena di scontri.

Il film mette in luce l’atteggiamento da branco dei genitori, che cercano di proteggere i propri figli a tutti i costi, senza accettare la possibilità che possano aver commesso un errore. Fenomeno che ha fatto capolino negli ultimi due decenni, così diffuso, a quanto pare, da meritare di essere immortalato in una pellicola ad imperitura memoria di una società che modifica la percezione di sé e del rapporto con le istituzioni e chi le rappresenta.

A ricalcare questo concetto è Sergio Rubini, uno degli attori del cast, che parla della pellicola come lo specchio di una società in cui le istituzioni hanno perso credibilità e il “familismo” regna sovrano.

Un doppio attacco alle fondamenta della società: famiglia ed istituzioni. La prima alla prese con una crisi senza precedenti, le seconde investite da un depauperamento del proprio ruolo.

Il risultato? Un processo che punta a smentire e nascondere al verità

Ma quale? In fondo, il film non fa altro che mettere a nudo la debolezza dei genitori, i quali puntano più a proteggere se stessi, le proprie difficoltà nello svolgere il proprio ruolo educativo, più che i propri figli. Dall’altro lato una istituzione che annaspa, davanti ad un attacco al quale non è abituata. Un mix esplosivo che si consuma in un rapporto logorante senza soluzione.

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