Genitori ricorrono al Tar, lo scrittore Di Stefano: “Giudicare chi giudica non è mai un bell’esercizio, manca la fiducia”

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Sentenza

Nel recente dibattito sul crescente numero di ricorsi al Tar da parte di genitori per questioni legate alle valutazioni scolastiche dei figli, lo scrittore e giornalista Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera mette in luce una problematica più ampia: la scarsa fiducia delle famiglie nelle istituzioni educative.

Sempre più genitori si rivolgono al giudice amministrativo per contestare bocciature, promozioni o persino voti specifici dei propri figli. Di Stefano con sarcasmo sottolinea come ci si possa addirittura arrivare a discutere se “era più giusto un 7 o un 6, un 8 o un 5”. Questo fenomeno solleva dubbi su vari aspetti della scuola, inclusi i fattori sociali e geografici che potrebbero influenzare tali decisioni.

Uno degli elementi più preoccupanti, secondo Di Stefano, è la rottura del rapporto di fiducia tra famiglie e istituzioni educative. Se i genitori si affidano ai tribunali anziché al dialogo con gli insegnanti, quale messaggio viene trasmesso ai bambini? Che tipo di lezione di vita imparano quando vedono il proprio maestro “bocciato” da una sentenza giudiziaria?

Di Stefano conclude sottolineando l’importanza del “patto preliminare di non belligeranza” e del dialogo costruttivo tra le parti coinvolte. Il dialogo potrebbe infatti produrre risultati più utili e costruttivi per l’educazione dei giovani, rispetto all’escalation verso le aule dei tribunali.

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