Genitori ricorrono al Tar contro la promozione del figlio, Sasso: “Ciò danneggia l’autorevolezza delle istituzioni educative”

In un singolare ribaltamento dei ruoli, dei genitori trentini si sono opposti alla promozione scolastica del proprio figlio, ricorrendo al Tar. Un’azione diversa dalla norma, poiché la maggior parte delle volte, i genitori si rivolgono ai tribunali quando i loro figli sono bocciati.
Il figlio in questione, studente di una scuola elementare, è stato promosso nonostante avesse accumulato numerose assenze durante l’anno. Contrariamente alle aspettative, i suoi genitori chiedono l’annullamento di tale decisione. La motivazione alla base di questo gesto, come riportato dal quotidiano l’Adige, è che i genitori desiderano offrire al figlio l’opportunità di ripetere l’anno, consentendogli di vivere un periodo scolastico più tranquillo dopo un anno difficile.
Il deputato della Lega, Rossano Sasso, ha espresso la sua opinione in merito: “È raro vedere genitori ricorrere al Tar per far bocciare il proprio figlio. Di solito, sono le bocciature a scatenare la rabbia e l’intervento legale. Credo fermamente che l’autonomia e la capacità di valutazione degli insegnanti non dovrebbero essere minate. Ciò danneggia l’autorevolezza delle istituzioni educative. Anche se in questo caso specifico, i genitori sembrano agire in buona fede, cercando il meglio per il figlio, la sostanza, secondo me, non cambia. Dovremmo essere più presenti nella vita scolastica dei nostri figli durante l’anno e non solo alla fine”.
Il caso solleva importanti questioni sulla responsabilità e il ruolo dei genitori e degli educatori nella formazione dei giovani. Dimostra quanto sia cruciale trovare un equilibrio tra l’agire nel migliore interesse del bambino e rispettare l’autonomia degli istituti scolastici.