Genitori, l’esempio vale più delle parole: come l’individualismo rovina i figli (e non solo). Le parole di Domenico Barrilà

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Domenico Barrilà, psicoterapeuta e analista, nel suo libro “Individualisti si cresce” (Feltrinelli), esplora la complessa relazione tra genitori e figli, sottolineando i pericoli dell’individualismo dilagante.

Durante un’intervista nel podcast “Il posto delle parole”, Barrilà ha discusso di come l’individualismo mini la cooperazione, elemento fondamentale per il progresso e il benessere dell’umanità. Citando l’esempio della scoperta del bosone di Higgs, frutto del lavoro di migliaia di scienziati, ha evidenziato il potere della collaborazione e il valore del contatto umano, sempre più raro in una società virtualizzata.

“Oggi purtroppo con la virtualizzazione della realtà contatto significa presente in agenda, non significa appunto prossimità con le altre persone”, afferma Barrilà. La cooperazione, come dimostrano le formiche, presenti sulla Terra da milioni di anni, offre enormi vantaggi competitivi e ci rende “normali”, favorendo le interazioni costanti di cui abbiamo bisogno in quanto esseri sociali. “Noi siamo relazioni”, sottolinea lo psicoterapeuta.

Guardare, un atto di vita che dà senso al mondo

Barrilà evidenzia l’importanza di “guardare” attivamente la realtà, un atto che dà senso al mondo e che si contrappone alla superficialità della vita virtuale. Racconta l’aneddoto di un giovane della Croce Rossa che, visitando Auschwitz nel 1943, non “vide” l’orrore che lo circondava, rimanendo indifferente alla sofferenza. “L’atto di guardare può inventare la vita e può inventare la morte”, afferma Barrilà, sottolineando come l’individualismo porti a negare l’altro e a non “vederlo”. L’autore invita a riflettere sulla propria posizione rispetto all’individualismo, un “mago dei travestimenti” difficile da identificare, che porta a “sparire l’altro” e a non mettersi nei suoi panni. “L’individualismo di fatto è un modo molto diretto di fare sparire l’altro, l’altro non c’è nell’individualismo”, spiega Barrilà. Questo “abuso di soggettività”, come lo definisce l’autore, genera conflitti e incomprensioni, impedendo il dialogo e l’empatia.

L’educazione, una trasmissione testimoniale che modella le nuove generazioni

Barrilà si sofferma sul ruolo cruciale dell’educazione, una “trasmissione testimoniale” in cui le azioni dei genitori contano più delle parole. Un esempio lampante è quello del padre sul treno che, pur leggendo fiabe al figlio, infrange le regole, trasmettendo un messaggio contraddittorio. L’ambiente familiare, “scalpello della nostra personalità”, è fondamentale per la formazione dello stile di vita del bambino, influenzato da fattori neurologici, impressioni soggettive e, soprattutto, dall’ambiente. “L’ambiente conta per l’80% della strutturazione della personalità”, rivela Barrilà, sottolineando la responsabilità dei genitori nel plasmare individui capaci di empatia e rispetto per gli altri. L’analista, infine, lancia un appello a superare le barriere di colore, religione e orientamento sessuale, ricordando che “siamo tutti africani” e che solo riconoscendo la nostra comune umanità possiamo costruire un futuro migliore.

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