Genitori inviano missiva a Dirigente: “No compiti per Pasqua, tutelare il riposo”. Compiti sì o no? Pareri a confronto

Alcuni genitori degli alunni della Scuola primaria del Lazio hanno recentemente indirizzato una lettera alla dirigente scolastica Paola Testa, chiedendo una riduzione dei compiti assegnati per le vacanze pasquali. La richiesta si fonda sulla volontà di tutelare il tempo di riposo, sottolineando l’importanza di momenti sereni da trascorrere in famiglia.
Il tema dei compiti durante le festività
La questione dei compiti durante le pause scolastiche – in occasione delle festività natalizie, pasquali e della pausa estiva – torna ciclicamente al centro del dibattito. Tra i docenti, molti tendono a moderare il carico di esercizi, con l’obiettivo di preservare l’equilibrio tra studio e tempo libero. Accanto a loro si trovano anche pedagogisti, psicologi e sociologi, che propongono strategie per evitare forme di sovraccarico scolastico.
C’è chi dice sì
Tra chi sostiene l’utilità dei compiti durante le vacanze, vi è chi ne evidenzia il ruolo nel mantenere attive le competenze scolastiche. In questo senso, la maestra Silvia – insegnante e divulgatrice – sottolinea sul suo sito che “lasciare gli alunni completamente disconnessi dallo studio per lunghi periodi, come l’estate, può comportare una perdita di apprendimenti faticosamente acquisiti”. Il compito, dunque, diventa uno strumento per garantire continuità all’apprendimento.
Un altro aspetto valorizzato riguarda lo sviluppo dell’autonomia degli studenti. Il portale Wamily riporta il parere di alcuni esperti che vedono nei compiti per casa un’opportunità affinché i ragazzi possano “gestire in modo indipendente i propri tempi e responsabilità, in assenza del controllo diretto dell’insegnante”. Questo approccio favorirebbe la maturazione di competenze organizzative e di auto-gestione.
Infine, sempre su Wamily, si evidenzia come i compiti possano essere un supporto importante per quegli studenti che non hanno accesso ad attività culturali, sportive o ricreative durante le vacanze. In questi casi, il materiale scolastico rappresenta un ancoraggio al mondo educativo e un’occasione per mantenere stimolata la mente.
C’è chi dice no
Sul fronte opposto, numerose voci sottolineano il diritto dei bambini al riposo, specialmente in una società in cui il tempo libero è sempre più frammentato. In un’intervista riportata da Orizzonte Scuola, lo psicopedagogista Daniele Novara afferma che “i compiti per le vacanze non solo sono inutili, ma possono risultare dannosi, in quanto impediscono al bambino di disconnettersi dal ritmo scolastico e vivere momenti autentici di pausa e ricarica”.
Una riflessione ulteriore riguarda le disparità socio-educative. La psicopedagogista Serena Costa, attraverso il suo blog, mette in evidenza che “non tutti i bambini hanno la possibilità di essere seguiti da adulti competenti o di avere un ambiente sereno e favorevole allo studio”. In questo modo, i compiti possono accentuare le disuguaglianze già esistenti tra gli alunni.
Infine, anche Alimentazione Bambini, portale informativo promosso da pediatri, richiama l’attenzione sul rischio di stress e demotivazione. Nei contributi pubblicati, si legge che “un sovraccarico di compiti può trasformare le vacanze in un tempo ansioso, togliendo piacere e motivazione allo studio”. Il suggerimento che ne deriva è di dosare con equilibrio le proposte didattiche, evitando di compromettere il benessere psicologico degli studenti.