Genitori in carcere se i figli sono assenti a scuola. Negli Usa è polemica: “Far luce sul significato di presenza regolare alle lezioni”

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Il Missouri si trova al centro di un dibattito relativo alla frequenza scolastica e alle ripercussioni penali per i genitori. Questa controversia sorge dall’interpretazione di cosa significhi che un alunno frequenti “regolarmente” la scuola, un criterio vago che ha portato alcuni genitori dietro le sbarre.

La questione è ora nelle mani della Corte Suprema dello Stato americano, sollecitata da due madri incarcerate a causa delle assenze dei loro figli. Le due donne chiedono di definire con precisione cosa implichi la presenza “regolare” a scuola, un termine che a loro avviso è stato interpretato arbitrariamente.

Un distretto scolastico del Missouri sud-occidentale, che gestisce circa 4.500 studenti, ha interpretato “regolarmente” come una partecipazione ad almeno il 90% delle lezioni. Tuttavia, non esiste una legge statale che stabilisca una percentuale precisa, creando un ambiente di incertezza e una possibile discrezionalità nell’applicazione della legge.

Tamarae LaRue, una delle madri coinvolte, ha speso 15 giorni in carcere a causa delle assenze dei suoi figli. In un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, ha dichiarato di sentirsi discriminata dalla scuola dopo che i suoi quattro figli sono stati assenti per problemi di salute, tra cui il Covid-19.

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