Genitori condannati a 15mila euro di risarcimento: hanno obbligo di controllare i profili social dei figli minorenni

Il Tribunale di Brescia, con la sentenza n. 879 del 4 marzo, ha stabilito che i genitori devono controllare i profili social dei figli minorenni, compresi quelli falsi, in particolare quando si trovano in una condizione di fragilità o immaturità. Non è ritenuta valida, ai fini del discolpo, né la mancanza di competenze informatiche né la sola richiesta di condivisione delle password, se poi il minore ha creato un profilo alternativo bloccando l’accesso ai genitori. La famiglia è stata condannata al risarcimento danni per le attività illecite svolte dal figlio.
La famiglia della ragazza, studentessa con lieve ritardo intellettivo, è stata condannata al risarcimento di 15mila euro per i danni causati dal comportamento della figlia, protagonista di gravi episodi di cyberbullismo. La giovane era riuscita a sfuggire al controllo familiare, creando diversi profili falsi sui social tramite i quali aveva preso di mira una compagna di classe, insultandola ripetutamente e diffondendo immagini a contenuto pornografico, alterate con software di fotoritocco.
Non si tratta della prima sentenza che punta verso questa direzione, sentenze che toccano da un lato la libertà di espressione dell’individuo (Convenzione di Roma del 1950 e Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Costituzione italiana), dall’altro l’esercizio di tale libertà esercitata da minori ancora soggetti a tutela genitoriale. Responsabilità che rientra nella culpa in educando sancita dall’art. 2048 del Codice civile.
Diversi casi giurisprudenziali hanno ribadito il dovere genitoriale di educare e vigilare sull’uso dei mezzi digitali. Il Tribunale di Caltanissetta ha trattato un episodio di stalking scolastico via WhatsApp, ritenendo la condotta del minore sintomo di carenza educativa e richiedendo l’intervento dei servizi sociali. “I genitori sono tenuti non solo ad impartire un’educazione consona, ma anche a verificare l’effettiva acquisizione di quei valori” – sentenza dell’8 ottobre 2019.
Il Tribunale di Parma, con sentenza del 5 agosto 2020, ha incluso l’educazione digitale tra i doveri genitoriali. Ha richiesto una supervisione costante dei dispositivi elettronici da parte di entrambi i genitori, con filtri adeguati per evitare contenuti inappropriati. “Il dovere di vigilanza deve tradursi in una limitazione sia quantitativa che qualitativa dell’accesso”