Genitori contro la scuola e contro i docenti? I consigli per coinvolgere mamme e papà nell’apprendimento a partire da un “Blog didattico per la Scuola”

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Genitori contro? Contro la scuola, contro i docenti, contro il sistema. Ma tutti? Sono davvero tutti così contro? Evidentemente il video circolato nei giorni scorsi, della mamma anomala e dal linguaggio scurrile, è l’esempio più evidente del malessere che vivono alcuni genitori (per fortuna limitatissimi e pericolosissimi) e, conseguentemente, anche le scuole incapaci di trasmettere, nonostante l’impegno costante e di qualità, nonostante le pregevoli attività didattiche poste in essere, il valore imprescindibile che hanno le istituzioni scolastiche nel processo di formazione dei figli (i nostri alunni) che saranno futuri uomini e donne, cittadine e cittadini. Ma qualcosa dobbiamo farla e va fatta per non arrendersi a un degrado culturale e dei costumi che sta diventando, in alcuni casi, intollerabili. Dobbiamo ricominciare a ripensare ad un coinvolgimento dei genitori.

Il Teachers Involve Parents in Schoolwork

Il Teachers Involve Parents in Schoolwork (TIPS ovvero, in lingua italiana, “Insegnanti che coinvolgono i genitori nei compiti scolastici”) è un processo di collaborazione tra insegnanti e genitori chiamato Teachers Involve Parents in Schoolwork (TIPS). TIPS, progettato dal National Network of Partnership Schools della Johns Hopkins University, nasce per creare una relazione a tre vie (le tre dimensioni comunicative di tutte le scuole) tra insegnanti, genitori e figli/alunni attraverso un approccio creativo finalizzato ai compiti. Quelli, praticamente, contro i quali si è scagliata la famosa mamma del video che di fatto ha riportato al centro la tematica della condivisione di scelte importanti che, pur rientrando nella libertà d’insegnamento, di fatto si ripercuotono sulle famiglie (a dire di questa variopinta signora). Tra gli obiettivi del Teachers Involve Parents in Schoolwork (TIPS) si propone:

  • raccogliere reazioni
  • intervistare
  • incoraggiare genitori e figli a parlare regolarmente dei compiti scolastici
  • condividere idee e processi
  • incoraggiare in altro modo l’interazione tra studenti e familiari.

La comunicazione è fondamentale ma… anche la fiducia

Il TIPS consentirebbe ai genitori e agli insegnanti di comunicare, con costanza e con frequenza, circa il lavoro degli alunni, sui loro progressi e sui problemi eventualmente da affrontare. Gli insegnanti, impegnati in questa particolare sperimentazione denominata TIPS, narrano di non sentirsi adeguatamente preparati per coinvolgere efficacemente i genitori. Il loro primo intervento, comunque, è mirato a creare un clima di fiducia. Le scuole coinvolte in questo programma di destrutturazione delle diffidenze hanno visto una riduzione drastica dei problemi disciplinari e un aumento dei tassi di frequenza, e hanno notato un significativo miglioramento nei risultati.

Davanti agli atteggiamenti d’odio si deve rispondere con una varietà di approcci creativi

Le scuole adottano una varietà di approcci creativi per coinvolgere i genitori nell’apprendimento dei propri figli. Ciò si rende ancora più attuale in questo momento storico nel quale i social stanno assumendo un ruolo importante nella vita di ciascuno di noi, dei nostri figli, della comunità nella quale viviamo e, complessivamente, nel mondo. Alcune scuole, sfruttando la multimedialità, che in questo caso viene incontro alla scuola, hanno organizzato una chat-forum per insegnanti, dirigenti scolastici e genitori per condividere le loro idee su come abbattere le barriere, raggiungere coloro che sono più riluttanti a impegnarsi e garantire che genitori abbiano la percezione che le loro voci siano ascoltate. A seguire un po’ di suggerimenti da adottare, far propri, modificare, riadattare alle realtà nelle quali operiamo.

Verifichiamo, tangibilmente, che i genitori si sentano ascoltati

Le scuole dovrebbero pensare ad una maggiore flessibilità. Ma in che cosa consiste questa flessibilità? Sarebbe necessario un periodo di tempo durante il quale insegnanti e genitori si possano riunire. Avere l’opportunità, nel corso dell’anno, di essere accolti con il sorriso, al di fuori dagli incontri ufficiali, è fondamentale. È il momento di pensare ad una conversazione vera mirata esclusivamente sul bambino, con entrambe le parti che ascoltano. Sì, perché anche gli insegnanti devono ascoltare. Non può esistere una comunicazione monodirezionale. I genitori devono sentirsi ascoltati: la tecnologia del mondo non può sostituire, infatti, il rapporto vis a vis . Immagino che ciò sia un lavoro complesso per le scuole ma è prezioso.

Le cose semplici funzionano meglio

Una cosa carina che fanno alcuni insegnanti secondari è mandare una cartolina di merito, a casa, quando l’alunno fa un bel compito o ha una prestazione positiva e di livello (anche rispetto, naturalmente, alle proprie potenzialità).

Dare un feedback

Attraverso le interviste ai focus group con i genitori è possibile scoprire che la maggior parte di essi, al di là dei casi che vanno in TV (e che per fortuna sono pochissimi) è desideroso di sostenere l’apprendimento dei propri figli, ma cercano il conforto dei docenti nel farlo. Un semplice video, ad esempio, che modella un approccio creato dall’insegnante di classe o da un allievo e caricato sulla piattaforma di apprendimento (con l’accesso dei genitori) può garantire il coinvolgimento.

Usare i social-media per creare e gestire conversazioni costruttive

Facebook e Twitter, per la verità, oltre ad avere alimentato ingestibili lamentele sul mondo della scuola, hanno consentito alle scuole di divulgare, di disseminare sul territorio e oltre, naturalmente, le grandi cose che fanno, ma a un livello eccessivamente generico (cosette che, molte volte, non appassionano e che finiscono con l’essere autoreferenziali e per nulla utili all’istituzione scolastica). Il passo da compiere, adesso, è quello di utilizzare la tecnologia per permettere comunicazioni di un livello più significativo, di livello accattivante ed entusiasmante per i genitori e per le comunità, in modo sicuro e, principalmente, su base regolare.

Creare e gestire blog per aree specifiche

Gestire un o più blog per aree specifiche (come l’apprendimento visibile è di vitale importanza per le scuole. Oltre a disquisire sulle attività di apprendimento, su quanto realizzato in classe, ciascuno può “bloggare” quando si è in giro. I blog del viaggio (quello personale di ciascuno, si intende), quello sulle attività sportive degli alunni, quello sui libri da consigliare o sulle metodologie di studio. I genitori nella maggior parte dei casi, là dove sono stati creati questi blog, rispondono con entusiasmo. Lì, infatti, c’è un dialogo tra loro, i genitori, i docenti e gli alunni, anche durante la pausa estiva ad esempio, o nei fine settimana, si resta molto distanti fisicamente.

Invitare i genitori a parlare

Per fornire agli alunni uno scopo in più oltre a ciò che stanno producendo, dovremmo invitare i genitori, con i loro diversi lavori, nella scuola per parlare di ciò che hanno fatto e, cosa più importante, spiegare perché la scuola è importante per ciò che fanno.

Non aver paura di chiedere aiuto

“Sono preoccupata per [nome]. Conosce suo figlio molto meglio di me, cosa posso fare, cosa possiamo fare per aiutarlo?” È davvero una svolta: l’insegnante inverte la struttura abituale e chiede informazioni e conoscenze al genitore. Un modo per costruire percorsi condivisi. Percorsi di crescita reciproci.

I genitori sono il partner più importante nell’educazione di un bambino e di un ragazzo: una scommessa troppo importante 

I genitori sono il partner più importante nell’educazione di un bambino e di un ragazzo e le scuole possono raccogliere grandi dividendi capitalizzando il loro sostegno. A dire il vero, tali relazioni richiedono molto lavoro sia da parte degli educatori che dei genitori. Anche se il successo non sarà facile, le ricompense sono infinitamente grandi. Proviamoci tutti e lasciamo come residuali gli esempi deleteri degli ultimi giorni.

Progetto Scuola web 2.0: “Blog didattico per la Scuola”

In allegato il progetto dell’Istituto Comprensivo di Riano (RM), diretto con una particolare competenza dalla dirigente scolastico Dott.ssa Daniela Librandi, denominato “Progetto Scuola web 2.0” pensato per iniziare un percorso di consapevolezza informatica sul web e sull’importanza, già a partire dalla scuola Primaria, di un “Blog didattico” da aprire anche, negli step successivi, ai genitori, per esempio. “Il modello a cui si fa riferimento – si legge nella premessa del progetto coordinato dalla professoressa Laura Lucci – è il Mixed Mode introdotto da Draves che si basa sul concetto di reciproca integrazione della didattica in presenza e online. Il metodo utilizzato sarà quello dell’apprendimento per comprensione delle strutture o della Gestalt privilegiando lo sviluppo delle competenze nel saper cogliere in modo olistico le situazioni e in modo particolare i rapporti strutturali. Verrà utilizzato anche il metodo dell’individualizzazione allo scopo di adattare il processo di istruzione alle necessità di ogni singolo allievo. Verranno utilizzate a tal proposito le strategie trasmissive asincrone e il modellamento”. Sì, perchè un progetto va pensato, da subito, anche per gli alunni. Sono loro che ne veicolano, a casa, l’importanza e la funzionalità 

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Corso di dizione e fonetica per docenti: “LA FORMA CHE ESALTA IL CONTENUTO. L’insegnante come attore sul palcoscenico scuola”. Livello avanzato