Genitori che si intromettono nella vita scolastica ed extrascolastica dei figli, quali conseguenze. L’overparenting diventa una serie Netflix. Consigli per docenti
La serie Genitori a tutto campo (Voetbalouders), disponibile su Netflix dal 16 maggio 2025, è una commedia olandese che esplora le dinamiche tra genitori e figli nel contesto delle attività dei figli.
Il contesto narrativo
La trama si concentra su Lillian e suo figlio Levi, che si uniscono a una squadra di calcio amatoriale. Lillian si trova presto coinvolta in un gruppo di genitori estremamente coinvolti nelle attività sportive dei figli, in particolare Marenka, una figura dominante e invadente. La serie utilizza questo scenario per mettere in luce comportamenti genitoriali eccessivi e le loro implicazioni.
L’overparenting
Genitori a tutto campo affronta il tema dell’ipercoinvolgimento dei genitori nella vita dei figli, evidenziando come l’eccessiva partecipazione possa influenzare negativamente l’autonomia e lo sviluppo personale dei giovani. La serie propone una riflessione sulle motivazioni che spingono i genitori a proiettare le proprie ambizioni sui figli e sulle conseguenze di tali comportamenti.
Si tratta di un fenomeno già noto, incluse le sue conseguenze negative. Il comportamento in questione può investire attività extracurriculari dei figli, ma anche la vita e le sfide scolastiche, toccando da vicino anche il lavoro dei docenti.
Si tratta spesso di motivazioni spinte da buone intenzioni, ma che possono avere conseguenze sullo sviluppo dell’autonomia e della capacità decisionale dei figli, influenzando negativamente la loro crescita emotiva e sociale.
Di quali conseguenze stiamo parlando?
- bassa autostima: i figli possono sentirsi inadeguati se non riescono a soddisfare le aspettative genitoriali;
- ansia e stress: la pressione costante può generare stati di tensione e preoccupazione;
- difficoltà nelle relazioni interpersonali: l’assenza di esperienze autonome può limitare le competenze sociali;
- dipendenza emotiva: l’incapacità di prendere decisioni indipendenti può portare a una continua ricerca di approvazione.
Questi effetti possono persistere nell’età adulta, influenzando la capacità di affrontare le sfide della vita in modo autonomo e resiliente.
Cosa consigliare ad un docente davanti ad genitore eccessivamente invasivo?
L’overparenting non è un fenomeno che si può liquidare considerandolo soltanto connesso alla relazione tra genitore e figlio. Infatti, esso influenza non solo il percorso educativo degli studenti ma anche l’equilibrio relazionale tra scuola e famiglia. I docenti si trovano spesso a gestire situazioni in cui le aspettative genitoriali interferiscono con l’autonomia degli alunni e il ruolo formativo dell’insegnante.
Alcuni consigli
Riconoscere i segnali dell’overparenting è il primo passo. Tra i comportamenti ricorrenti:
- intervento costante dei genitori nelle decisioni scolastiche quotidiane;
- richieste di deroghe ingiustificate o privilegi;
- pressioni eccessive sugli insegnanti per modificare voti o valutazioni;
- mancanza di fiducia nell’operato educativo del docente.
Strategie di gestione
Il docente, pur nel rispetto del ruolo genitoriale, può adottare strategie mirate a ripristinare una collaborazione educativa equilibrata. Come?
- stabilire limiti chiari nei rapporti scuola-famiglia, definendo le competenze reciproche;
- favorire incontri strutturati, nei quali confrontarsi con i genitori sui comportamenti osservati e sui rischi legati all’ipercoinvolgimento;
- promuovere l’autonomia degli alunni, valorizzando le loro decisioni e il loro percorso individuale;
- documentare con chiarezza i percorsi scolastici, così da arginare contestazioni infondate;
Riflettere, sdrammatizzando
Per tornare alla serie, insomma, ci consente di sdrammatizzare, riflettendo. Infatti, attraverso situazioni comiche e personaggi caricaturali, la serie invita a considerare l’importanza di un equilibrio tra supporto e autonomia nel rapporto genitori-figli. Mette in discussione l’idea che il successo dei figli debba essere una misura del valore dei genitori, promuovendo invece una visione più sana e rispettosa dell’individualità dei giovani.
