Genitori arrestati per aver criticato la scuola nella chat delle mamme

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Due genitori britannici sono stati arrestati per aver espresso riserve sul sistema di reclutamento scolastico, partendo da un semplice scambio su WhatsApp tra famiglie. L’episodio ha coinvolto Maxie Allen, produttore radiofonico, e Rosalind Levine, madre di due bambine, residenti nella cittadina di Borehamwood, nell’Hertfordshire.

L’origine del contenzioso

Tutto ha avuto inizio nel maggio 2024, in occasione dell’annuncio di pensionamento del dirigente scolastico della scuola frequentata dalla figlia. Allen ha chiesto chiarimenti sulle modalità di selezione del successore, sollevando dubbi sull’assenza di un bando pubblico. Questi interrogativi, tuttavia, non hanno ricevuto risposta.

L’intervento della polizia

Il 29 gennaio 2025, sei agenti hanno effettuato un’irruzione nell’abitazione della coppia, con due auto e un furgone. L’operazione è stata giustificata dalla necessità di “tutelare i minori e proteggere i dispositivi elettronici”. Allen e Levine sono stati portati in centrale, trattenuti per 11 ore e interrogati nella stazione di polizia, dove sono stati anche sottoposti a rilievi identificativi.

Le posizioni a confronto

La scuola ha giustificato le proprie azioni con il “volume elevato” di comunicazioni ricevute dai due genitori, definite “sconvolgenti” per il personale. Tuttavia, Allen ha contestato la proporzionalità della risposta istituzionale, definendola “un uso sproporzionato del potere” e ha negato qualsiasi atteggiamento minaccioso o offensivo.

Da canto suo la polizia ha confermato che gli arresti sono stati effettuati in base alle accuse di molestie e comunicazioni dannose, ma ha concluso che non vi fossero prove sufficienti per procedere ulteriormente.

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