Genitori a scuola, troppo coinvolgimento o indispensabile supporto? Il dibattito si accende: “Ai miei tempi si andava a scuola e basta”

Un tempo bastava un “Com’è andata oggi? Hai fatto i compiti?” per assolvere al dovere genitoriale in ambito scolastico. Oggi, invece, i genitori sono coinvolti a 360 gradi nella vita scolastica dei figli, tra piattaforme online, chat di classe e un monitoraggio costante dell’andamento scolastico.
Il cambiamento, iniziato con l’avvento del registro elettronico, si è intensificato negli ultimi anni, generando un dibattito acceso tra chi lo ritiene un’evoluzione positiva e chi lo considera un’ingerenza eccessiva. Alcuni genitori ricordano con nostalgia i tempi in cui la scuola era un mondo a sé stante, dove i figli imparavano a cavarsela in autonomia.
Altri, invece, sottolineano l’importanza della collaborazione tra scuola e famiglia, fondamentale per garantire un percorso formativo sereno e completo. C’è chi, invece, testimonia l’esperienza positiva di un coinvolgimento attivo nella vita scolastica dei figli, che ha contribuito alla loro crescita e alla loro formazione.
L’utilizzo di piattaforme online per la gestione dei compiti e le comunicazioni tramite chat di classe hanno sicuramente semplificato alcuni aspetti, ma hanno anche generato nuove problematiche. La gestione dei compiti online, ad esempio, può comportare una perdita di tempo per studenti e genitori, soprattutto quando le informazioni non vengono caricate tempestivamente. Inoltre, la costante presenza dei genitori nella vita scolastica dei figli può limitare la loro autonomia e la loro capacità di problem solving.
Come sottolinea un insegnante, il coinvolgimento dei genitori dovrebbe essere modulato in base all’età degli studenti, garantendo un giusto equilibrio tra supporto e autonomia. Anche la comunicazione tramite chat di classe può generare dinamiche complesse e a volte controproducenti, soprattutto quando si trasformano in un terreno di confronto e di pettegolezzi.
Il dibattito rimane aperto, tra la necessità di una collaborazione costruttiva tra scuola e famiglia e il rischio di un’eccessiva ingerenza che può soffocare l’autonomia e la crescita degli studenti.