Gavosto: “Reclutare i migliori anche se a settembre i docenti non saranno tutti in cattedra. É un male accettabile”

Intervento su La Repubblica da parte di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, dedicato alle prossime azioni del Recovery plan dedicate alla scuola e al tema delle assunzioni dei docenti, evidenziando come sarebbe auspicabile immettere in ruolo i docenti migliori. Tradotto: puntare sul concorso ordinario per il reclutamento di insegnanti.
“Il primo sforzo, da iniziare subito, è un intervento pluriennale per recuperare — insieme alla socialità — la perdita di apprendimenti. Oggi non ne conosciamo ancora l’entità, ne sapremo qualcosa di più solo dopo le prove Invalsi, che il Pnrr vuole giustamente obbligatorie”, scrive Gavosto.
“Tuttavia, alla luce di quanto visto in altri Paesi, il timore è che tutti gli studenti e non solo i più fragili abbiano patito un consistente arretramento, che potrà lasciare cicatrici sul resto del percorso scolastico“, prosegue.
Gavosto torna sulle parole pronunciate dal Ministro Bianchi a proposito del reclutamento, che non vuole sentire parlare di sanatorie: “Credo sarebbe miope ipotecare un futuro già di per sé così impegnativo – continua il direttore della Fondazione Agnelli – dando oggi il ruolo a docenti che non hanno mai vinto un concorso, spesso non sono abilitati, senza una seria verifica della loro preparazione professionale. Una nuova ingente stabilizzazione di precari, inoltre, limiterebbe per molti anni l’accesso ai futuri neolaureati. Bianchi ha aggiunto di volere rinnovare reclutamento e formazione dei docenti, puntando soprattutto sulla qualità della formazione didattica. È un impegno che va nella direzione di costruire la qualità d’insegnamento necessaria allo straordinario sforzo dei prossimi anni“.
Allora, se si agisse in tale direzione non si potranno avere “a settembre tutti i docenti in cattedra già dal primo giorno di scuola. Esclusa giustamente la sanatoria, non lo si potrà infatti conseguire, a meno di una miracolosa accelerazione nell’assegnazione delle cattedre, da sempre però frenata dalla giungla normativa e dal cronico fenomeno delle migliaia di ricorsi“, spiega Andrea Gavosto che parla di male accettabile, quello delle cattedre vuote a settembre, “se l’alternativa è di rinunciare in futuro ad assumere i migliori docenti“.
Il Recovery plan, ricordiamo, prevede sul tema del reclutamento delle importanti novità, piuttosto in linea con la riforma Brunetta: “si opererà una semplificazione delle attuali procedure di concorso pubblico strutturando la procedura nel modo seguente: sulla base della valutazione dei titoli culturali e di servizio e dello svolgimento di una prova computer based si forma una graduatoria per coprire tutti i posti vacanti e disponibili”, si legge sulla bozza del testo. A prima vista sembrerebbe però piuttosto distante dall’idea di reclutamento pensato da Gavosto.