Garofani (Uil Scuola Rua): “230mila docenti precari sono uno scandalo tutto italiano, 180 milioni per la loro stabilizzazione” [INTERVISTA]

Anche la Uil Scuola Rua in piazza per porre l’attenzione sulla necessità di stabilizzare i docenti di sostegno. Ai microfoni di Orizzonte Scuola interviene il sindacalista Roberto Garofani: “Per stare in cattedra e insegnare a questi ragazzi c’è bisogno di una preparazione adeguata che solamente coloro che hanno sostenuto un corso di TFA sul sostegno posseggono”, afferma.
Il sindacalista sottolinea l’importanza di una formazione specifica e di qualità, criticando i “corsi a scartamento ridotto” che rischiano di compromettere l’efficacia dell’insegnamento per gli studenti con disabilità. La stabilizzazione dei docenti specializzati è quindi la priorità per garantire la continuità didattica e la qualità dell’apprendimento.
Concorsi e precariato: un circolo vizioso da interrompere
Garofani denuncia, inoltre, il paradosso dei docenti che, pur avendo superato diversi concorsi e accumulato anni di esperienza, restano precari. “Abbiamo insegnanti che hanno sostenuto tre concorsi, hanno vinto tre concorsi, hanno anni e anni di insegnamento sulle spalle e che non hanno nient’altro da dover chiedere se non la stabilizzazione”, dichiara il sindacalista. La UIL Scuola definisce “uno scandalo tutto italiano” la presenza di 230.000 precari nella scuola, chiedendo un intervento politico risoluto per trasformare l’organico di fatto in organico di diritto. Garofani quantifica, poi, il costo della stabilizzazione in 180 milioni di euro, una cifra che, a suo avviso, dovrebbe essere facilmente reperibile vista l’importanza strategica della scuola.
La denatalità? Un’opportunità per migliorare la qualità della scuola
Infine, il sindacalista evidenzia come la denatalità, pur essendo un problema sociale, potrebbe rappresentare un’opportunità per la scuola. La riduzione del numero di alunni per classe, secondo Garofani, consentirebbe di migliorare la qualità dell’insegnamento, permettendo ai docenti di dedicare maggiore attenzione a ciascun alunno. “Avere classi con 15 o 18 alunni significherebbe innalzare in maniera esponenziale il livello dell’insegnamento”, conclude Garofani, sottolineando il ruolo cruciale dei docenti nel supporto educativo, sociale e culturale degli studenti.