Garante infanzia e adolescenza al Miur: redigere piano di azione integrato per il contrasto del cyberbullismo
Comunicato AGIA – L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, è stata ascoltata questa mattina dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta da Licia Ronzulli, nell’ambito dell’indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo.
L’audizione fa seguito alla partecipazione dell’Autorità garante al Safer internet day, la giornata dedicata alla promozione di un uso sicuro e consapevole della rete. “Importante l’alleanza tra scuola e famiglia, come strumento di condivisione di valori e proposte”, commenta la Garante. “Di fronte a un fenomeno tanto complesso come quello del cyberbullismo, infatti, è indispensabile promuovere percorsi di educazione alla consapevolezza digitale all’interno degli istituti scolastici e aiutare le famiglie ad acquisire gli strumenti necessari a identificare tempestivamente segnali di sofferenza. Occorre inoltre recuperare figure genitoriali più presenti nella vita dei figli, anche investendo in interventi che permettano di conciliare la vita lavorativa con quella familiare”.
Rispetto poi alle azioni da intraprendere, la Garante ha sottolineato come risulti urgente convocare il tavolo tecnico previsto dalla legge 71 del 2017, che ha la funzione di redigere il piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo, di realizzare un sistema di raccolta dati e di monitorare l’evoluzione del fenomeno: “la fotografia è fondamentale per capire se le azioni intraprese stanno andando nella giusta direzione. Per questo – ha detto la Garante – ho scritto al ministro dell’Istruzione per sollecitare la ripresa dei lavori del tavolo e ho chiesto al Dipartimento di Pubblica Sicurezza informazioni in merito alle procedure di ammonimento da parte del questore e al Garante per la protezione dei dati personali i dati relativi alle istanze di oscuramento ricevute”.
“È poi indispensabile – ha sottolineato Filomena Albano – investire nell’educazione alla consapevolezza digitale dei ragazzi: per navigare nella rete, proprio come per navigare in mare, occorre in Italia una ‘patente’ che aiuti a individuare i pericoli e la giusta direzione da seguire. Questo soprattutto da quando l’età del consenso digitale è stata abbassata a 14 anni. Troppi ragazzi non sono pienamente consapevoli di cosa siano il dato personale e il suo trattamento, né di chi possa vedere i loro profili social”.