Galli della Loggia. “La scuola produce giovani virtualmente dealfabetizzati. Oggi è preda di regole obsolete, inefficienze e carenze strutturali”

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In un editoriale sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia invita il governo Meloni a puntare sull’istruzione e lo Ius Scholae per un progetto di “rinascita nazionale” che rilanci il Paese e favorisca l’integrazione.

Secondo l’editorialista, il governo Meloni avrebbe bisogno di un progetto ambizioso per affrontare le sfide del futuro e risollevare le sorti di un’Italia in declino. La soluzione, secondo Galli della Loggia, risiede in un grande piano di rilancio dell’istruzione, dalla scuola materna all’università, legato a doppio filo con la questione dell’integrazione dei giovani di origine straniera.

L’Italia, sostiene l’editorialista, sta perdendo terreno nel XXI secolo e rischia di scivolare verso la decadenza. Per invertire la rotta, è necessario formare nuove generazioni di cittadini preparati e integrati, capaci di competere in un mondo sempre più complesso.

Galli della Loggia critica l’attuale sistema scolastico, definendolo una “gabbia ideologica” preda di regole obsolete, inefficienze e carenze strutturali. La scuola, invece di formare cittadini consapevoli e preparati, produce “giovani virtualmente dealfabetizzati”, incapaci di affrontare le sfide del futuro.

Per questo, l’editorialista invoca un cambio di passo radicale, un progetto di “rinascita nazionale” che metta al centro l’istruzione e l’integrazione. Lo Ius Scholae, a suo avviso, rappresenta un passo fondamentale in questa direzione, pur con alcune precisazioni: il completamento del ciclo scolastico obbligatorio, la non automaticità della cittadinanza e la rinuncia ad altre nazionalità.

Galli della Loggia conclude il suo intervento invitando il governo Meloni a non accontentarsi di interventi superficiali o progetti a lungo termine come il Ponte sullo Stretto. L’Italia ha bisogno di idee coraggiose e di ampio respiro, capaci di produrre effetti concreti e immediati. L’istruzione, conclude l’editorialista, rappresenta il terreno ideale per avviare questa “rinascita nazionale”.

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