Galli della Loggia: “Il declino della scuola? Parte dal 1969. Si liberalizzò l’accesso all’università e qualunque diplomato poté iscriversi”

Sala gremita e grande successo per il secondo appuntamento della rassegna con Ernesto Galli Della Loggia. Venerdì sera, presso la sala conferenze del consorzio delle biblioteche, lo storico e editorialista del Corriere della Sera ha presentato il suo libro “Insegnare l’Italia” (Morcelliana Scholé, 2023), scritto in collaborazione con Loredana Perla.
Come segnala Il Messaggero, Galli Della Loggia ha dipinto un quadro desolante dell’istituzione scolastica italiana, definendola “completamente svuotata, dai contorni quasi ectoplasmatici” e “che ha smarrito il suo ruolo educativo e sociale”.
Secondo lo storico, la situazione attuale è il risultato di “scelte sbagliate reiterate nel tempo”, che hanno avuto inizio nel 1969, con la liberalizzazione dell’accesso all’università. Da quel momento, “le aule si riempirono di centinaia di studenti sprovvisti delle basi necessarie per affrontare determinati argomenti”, determinando un abbassamento del livello qualitativo dell’istruzione.
Galli Della Loggia ha criticato anche il sistema di reclutamento degli insegnanti e il business delle università telematiche, sottolineando come gli interventi sulla scuola dell’obbligo abbiano portato a risultati deludenti.
Lo storico si è detto pessimista sul futuro dell’Italia, definendola “un paese in declino”. Lo storico ha espresso riserve profonde sulla nuova generazione di adolescenti, schiavi dei social e degli smartphone e poco avvezzi alla lettura.
Nonostante il pessimismo di fondo, Galli Della Loggia ha lasciato aperta una flebile speranza per un’inversione di tendenza, auspicando un ritorno alla centralità della cultura e della conoscenza.