Galimberti: “Genitori-amici? Un errore gravissimo. Aboliteli dalle scuole superiori”

“I genitori a scuola? Meglio abolirli, almeno alle superiori!”. Parola di Umberto Galimberti, che con la consueta schiettezza non le manda a dire durante l’intervista a La Torre di Babele.
Il filosofo, noto per le sue posizioni spesso scomode, mette sotto accusa il modello educativo contemporaneo, puntando il dito contro un eccesso di permissivismo e una preoccupante carenza di autorità.
Addio all’autorità, benvenuti genitori-amici?
Secondo Galimberti, l’errore più grave dei genitori moderni è quello di voler essere “amici” dei figli, rinunciando al ruolo di guide autorevoli. Un’amicizia che rischia di trasformarsi in debolezza, incapacità di porre limiti e di trasmettere valori solidi. “L’autorità non si impone, si conquista con l’esempio”, ricorda il filosofo, sottolineando come la coerenza e la capacità di essere modelli siano elementi imprescindibili per un’educazione efficace.
La scuola: uno spazio da proteggere dalle ingerenze
Da qui la proposta, sicuramente provocatoria, di bandire i genitori dalle scuole superiori. Un modo per restituire alla scuola la sua funzione di luogo di crescita e di confronto autonomo, dove i ragazzi possano sperimentare successi e fallimenti, senza l’interferenza costante della famiglia. Un’utopia? Forse. Ma che mette in luce un problema reale: l’eccessiva ingerenza dei genitori nella vita scolastica dei figli.
Tra ansia da prestazione e mancanza di fiducia
Galimberti non risparmia critiche nemmeno agli insegnanti, spesso costretti a destreggiarsi tra genitori ansiosi e poco propensi ad accettare giudizi negativi. Un clima di sospetto e di sfiducia che rischia di minare il rapporto educativo e di rendere la scuola un terreno minato.
Un dibattito che non si esaurisce
Le parole di Galimberti, pur nella loro radicalità, aprono un dibattito importante sul ruolo della scuola e della famiglia nella società di oggi. Come trovare un equilibrio tra la giusta partecipazione dei genitori e la necessità di garantire agli studenti uno spazio di autonomia? Un interrogativo complesso, che merita di essere affrontato con attenzione e senza pregiudizi.