Il futuro Esame di Stato nel Liceo Economico Sociale (LES). Soluzione di un caso

Di Lalla
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Prof. Luciano De Giorgio* – Sono già passati tre anni dall’entrata in vigore della riforma Gelmini ed è arrivato, quindi, il momento di pensare concretamente al futuro esame di Stato per il nuovo Liceo Economico Sociale – si deve incominciare subito, proprio per evitare che decisioni dell’ultimo momento, inficino lo scopo precipuo che ha portato alla nascita di questo nuovo percorso di studi. 

Prof. Luciano De Giorgio* – Sono già passati tre anni dall’entrata in vigore della riforma Gelmini ed è arrivato, quindi, il momento di pensare concretamente al futuro esame di Stato per il nuovo Liceo Economico Sociale – si deve incominciare subito, proprio per evitare che decisioni dell’ultimo momento, inficino lo scopo precipuo che ha portato alla nascita di questo nuovo percorso di studi. 

Il LES, infatti, è l’unico liceo nato dalla necessità di dare risposte adeguate ad una società complessa qual è la nostra caratterizzata da un processo metabletico particolarmente veloce. La velocità, però, porta con sé una valigia piena di “oggetti” non sempre facilmente catalogabili e una ricollocazione degli stessi in un orizzonte che di senso ha ben poco. L’obiettivo di riuscire a decodificare la realtà, per dare, poi, risposte corrette e mirate ad un mondo che cambia, attraverso le categorie concettuali proprie delle scienze umane e del diritto e dell’economia, trova nel liceo economico sociale il suo luogo privilegiato.

Anche se nel curriculo del LES tutte le discipline risultano ben spalmate sull’intero arco quinquennale con un carico orario equilibrato, non si deve dimenticare che la colonna portante nel primo biennio, nel secondo biennio e nell’ultimo anno è costituita proprio da quelle materie che trovando nella filosofia la propria matrice epistemologica e che chiedono, a giusta ragione, di dialogare fra di loro per comprendere la contemporaneità ed ipotizzare nuovi scenari.

Quando si parla di Scienze Umane ci si riferisce a tutte quelle scienze che hanno per oggetto di studio l’uomo ed i suoi rapporti con l’ambiente. Tra le scienze umane si trovano l’antropologia, la psicologia, la sociologia, la pedagogia, la metodologia della ricerca sociale; anche il diritto fa parte delle scienze umane, così come l’economia, la politica, la morale … che poi sono "scienze umane" applicate ai comportamenti collettivi.

Nel LES lo studio delle suddette materie deve procedere in modo congiunto, in quanto il dialogo interdisciplinare costituisce la conditio sine qua non per un’analisi economico-giuridico-sociale oggettiva e meno basata su pregiudizi. I modi con il quali gli individui si comportano non è un qualcosa rientrante esclusivamente nella sfera personale di ciascuno, in quanto con il passare del tempo si trasformano in veri e propri comportamenti economici, condizionando il mercato. Si pensi solo, ad esempio, come la convivenza rispetto al matrimonio, abbia avuto delle ricadute sul mercato delle bomboniere, dei fiori, dell’oreficeria, dei ristoratori …, così come il prolungarsi dell’età media di permanenza nella famiglia di origine, abbia condizionato il mercato immobiliare, il mercato finanziario, etc. Comportamenti psicologico-sociali e comportamenti economico-giuridici risultano, quindi, strettamente connessi fra loro.

Gli studi sul rapporto interdisciplinare hanno portato alla nascita di una nuova categoria concettuale: il diritto psicologico. Questa categoria nasce dalla considerazione che la giurisprudenza ha da sempre fatto riferimento all’aspetto psicologico. Si pensi all’art. 133 del codice penale che invita il giudice a stabilire una pena che tenga conto del carattere del reo. Questa specificazione “psicologica” non è di secondaria importanza, in quanto i reati devono essere valutati considerando la capacità intellettiva e motivazionale del soggetto che agisce. La norma invita anche a valutare se l’azione è stata commessa in buona o in mala fede, se il comportamento è doloso o colposo…

Se è vero, quindi, che il percorso del LES sollecita nello studente competenze utili per decodificare la realtà, ecco che la seconda prova del futuro esame di stato dovrà assumere una nuova identità rispetto al passato: al candidato dovrà essere proposta la risoluzione di un caso, utilizzando le categorie proprie delle scienze umane tutte, comprese quelle derivanti dal diritto e dall’economia. Se questo dovesse realizzarsi, nascerà la necessità di prevedere per la correzione dei casi, sia la nomina del docente di scienze umane – A036 -, sia del docente di diritto ed economia -A019. 

Un’ultima precisazione sulle discipline: da qualche tempo si parla di potenziare una disciplina piuttosto che un’altra, di dividere l’insegnamento dell’economia da quello del diritto; questo è un falso problema, dal momento che il nocciolo della questione si trova, invece, in una corretta riformulazione dei programmi di studio che, alla luce di quanto esposto, dovranno prevedere una taratura che tenga conto dello stretto rapporto interdisciplinare.

* docente di Filosofia e Scienze Umane presso il Liceo Fogazzaro di Vicenza
Vicepresidente Nazionale AISUM

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