Fumo in età giovanile: il 15% è consumatore attivo di sigarette, aumenta l’uso delle sigarette elettroniche tra i giovani

In occasione della Giornata mondiale della salute, celebrata ogni anno il 7 aprile, l’attenzione pubblica si concentra su temi fondamentali legati alla promozione del benessere e alla prevenzione delle malattie. Istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, questa ricorrenza rappresenta un’opportunità per riflettere sulle sfide sanitarie emergenti e per rilanciare il ruolo delle politiche pubbliche nel garantire condizioni di salute adeguate per tutti.
Nel contesto italiano, tra i temi di maggiore rilievo segnalati dai dati aggiornati vi è la diffusione del consumo di tabacco tra gli adolescenti. Le scuole, in particolare, si confermano luoghi in cui emergono con evidenza comportamenti a rischio legati al fumo e all’utilizzo di nuovi prodotti nicotinici, quali sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato.
L’analisi dei dati provenienti dall’ultima indagine disponibile pubblicata dal GYTS (Global Youth Tobacco Survey) consente di delineare con maggiore precisione le abitudini dei giovani tra i 13 e i 15 anni, offrendo spunti utili per l’elaborazione di interventi mirati all’interno degli ambienti scolastici.
Un quadro diffuso tra i banchi di scuola
L’indagine GYTS, condotta nel 2022 su un campione rappresentativo di studenti italiani tra i 13 e i 15 anni, restituisce un’immagine articolata delle abitudini legate al consumo di prodotti a base di tabacco. Circa un quinto degli adolescenti coinvolti ha dichiarato di fare uso attuale di almeno una tipologia di tabacco, includendo sigarette tradizionali, elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato.
In particolare, quasi il 15% degli studenti intervistati ha indicato un consumo attivo di sigarette, mentre poco meno del 14% ha fatto riferimento all’uso di dispositivi riscaldati. La diffusione delle sigarette elettroniche appare significativa, con una percentuale vicina al 20%, a conferma di una tendenza ormai consolidata tra le nuove generazioni.
Le differenze di genere nei comportamenti
All’interno della popolazione scolastica, i dati evidenziano una maggiore incidenza del fumo tra le ragazze rispetto ai coetanei maschi. Le studentesse presentano percentuali superiori sia per quanto riguarda il consumo di sigarette tradizionali sia per quello di sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. Questo fenomeno segnala un cambiamento rispetto agli stereotipi tradizionali legati al genere nei comportamenti a rischio e sollecita l’adozione di strategie di prevenzione più sensibili a queste dinamiche.
L’ambiente scolastico come luogo critico
Il contesto scolastico rappresenta uno dei principali ambiti di esposizione al fumo passivo. Quasi sei studenti su dieci riferiscono di aver osservato persone fumare all’interno o nei pressi dell’edificio scolastico. A questo si aggiunge un’esposizione significativa anche in casa e nei luoghi pubblici chiusi. La presenza ricorrente di fumo in ambienti frequentati quotidianamente dai minori pone interrogativi sulla reale applicazione delle normative vigenti e sull’efficacia delle misure di prevenzione.
Facilità di accesso ai prodotti
Nonostante le restrizioni legislative, l’accesso ai prodotti del tabacco da parte dei minori appare ancora poco controllato. La maggior parte degli adolescenti che ha tentato di acquistare sigarette non ha incontrato ostacoli legati all’età. Anche per quanto riguarda le sigarette elettroniche, la situazione risulta simile, con una percentuale ancora più alta di ragazzi che hanno potuto ottenere il prodotto senza impedimenti. Questo scenario indica la necessità di rafforzare i controlli e le sanzioni nei confronti dei punti vendita che non rispettano i limiti di età previsti dalla legge.
Le intenzioni e i limiti del supporto
Una parte consistente degli studenti fumatori manifesta l’intenzione di smettere, e quasi la metà ha già tentato di interrompere l’abitudine nel corso dell’ultimo anno. Tuttavia, solo una quota marginale ha avuto accesso a programmi di supporto o ha ricevuto consigli da professionisti. Il livello di consapevolezza sui danni del fumo è generalmente elevato, ma permane una diffusa percezione della difficoltà legata al percorso di cessazione. Ciò suggerisce la necessità di promuovere percorsi di aiuto specificamente orientati alla fascia adolescenziale, anche in ambito scolastico.