Fridays for Future, anche i docenti scendono in piazza: mancanza di formazione adeguata e scarsa integrazione dei temi ambientali nei programmi scolastici

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Il movimento Fridays For Future torna in piazza, coinvolgendo studenti, insegnanti e organizzazioni varie in più di quaranta città italiane, per manifestare contro il riscaldamento globale e l’investimento continuo in combustibili fossili da parte dell’Italia.

L’evento, denominato “Resistenza climatica”, vuole anche mettere in luce l’inasprimento delle misure repressive verso chi manifesta pacificamente.

La manifestazione vede un’ampia partecipazione dal mondo scolastico, con il Sindacato indipendente scuola e ambiente (Sisa) che ha indetto uno sciopero, invitando tutti gli attori dell’educazione a partecipare.

La promessa di introdurre l’educazione ambientale nelle scuole, fatta nel 2019 dall’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, sembra essere rimasta tale. Nonostante l’aggiunta di contenuti ambientali nei programmi scolastici e universitari, la questione non ha visto grandi evoluzioni, con le ore dedicate che rimangono insufficienti.

I cortei si sono svolti in molte città italiane, da Roma a Milano, da Napoli a Torino, con la richiesta di una partecipazione attiva da parte di associazioni, sindacati e movimenti. Il messaggio è chiaro: docenti e studenti possono e devono collaborare anche fuori dall’ambiente scolastico per fare la differenza in questioni di tale importanza globale.

Il collettivo ‘Teachers For Future Italia’ esprime il bisogno di un sostegno maggiore da parte del corpo docente verso le lotte degli studenti. La mancanza di una formazione adeguata per i docenti e la scarsa integrazione dei temi ambientali nei programmi scolastici rimangono ostacoli significativi.

L’attenzione alla crisi climatica deve riflettersi nell’educazione, con un’urgente necessità di un insegnamento strutturato sui cambiamenti climatici. La mobilitazione ‘End Fossil’ denuncia anche l’influenza dell’industria dei combustibili fossili nelle università, mostrando come la lotta per un futuro sostenibile sia ancora lunga e complessa.

È importante farsi sentire e mostrare che docenti e allievi possono collaborare anche al di fuori dell’ambiente scolastico. Sui banchi di scuola – è scritto nella nota diffusa sul sito di Fridays For Future Italia – ci insegnano che abbiamo dei diritti, che nella storia le conquiste sono avvenute grazie a chi non si è arreso e non ha avuto paura di agire. Per questo è fondamentale ricordare insieme che abbiamo diritto a un futuro e che non saltiamo scuola per un giorno perché non vogliamo studiare, ma perché la crisi climatica ci preoccupa e non possiamo ignorare più il problema“, dicono gli studenti a Pescara

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