Frasi semplici, prive di congiuntivo e futuro mostrano “deserto etico” e incapacità di guardare all’età adulta. Il quadro dei giovani di periferia

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La condizione dei quartieri ad alta densità abitativa, caratterizzati da una persistente povertà e dalla mancanza di riferimenti stabili, rappresenta un contesto critico per i minori, lo si evince dal quadro fornito dell’indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori in Italia, realizzato commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dalla parlamentare Michela Vittoria Brambilla. Questi territori, spesso periferici ma talvolta situati anche nei centri urbani, espongono bambini e adolescenti a una condizione di vulnerabilità estrema, in cui la povertà educativa e sociale si somma alla carenza di opportunità culturali, ludiche e sportive.

Povertà educativa e disuguaglianza

Nei contesti degradati, la povertà educativa amplifica le disuguaglianze. Minori cresciuti in famiglie deprivate vivono uno svantaggio cumulativo che limita l’accesso alla formazione, alle competenze e alle possibilità di socializzazione. Le difficoltà economiche, accentuate dalla crisi legata alla pandemia da Covid-19, hanno aggravato la situazione, spingendo molte famiglie verso una povertà estrema che non si riduce al solo aspetto economico.

Fragilità delle famiglie: un circolo vizioso

La crisi ha intaccato la dimensione psico-sociale delle famiglie, con padri spesso assenti o focalizzati unicamente sul ruolo di sostentamento economico. Questo scenario ha contribuito a situazioni depressive, abuso di alcol, conflitti familiari e dipendenze dal gioco. La figura materna, frequentemente sovraccaricata, non riesce a fornire il necessario sostegno emotivo, generando un ambiente privo di limiti e regole chiare per i figli.

Rapporto tra genitori e figli: il “deserto etico”

In molti casi, il rapporto tra genitori e figli si sviluppa su un piano di uguaglianza impropria, che ostacola una sana crescita psicofisica dei ragazzi. Il risultato è la formazione di personalità insicure, segnate da rabbia, risentimento o apatia. I giovani crescono così in un “deserto etico”, privo di riferimenti morali ed emotivi, come confermano le relazioni dei servizi sociali.

La parola e il tempo: una dimensione mutilata

Un fenomeno preoccupante emerso nei giovani è l’“inappetenza” verso la parola: il linguaggio si riduce a frasi semplici, spesso prive di verbi e ancorate al presente (difficilmente utilizzando il futuro e raramente il congiuntivo). Questa difficoltà nell’utilizzare il linguaggio per proiettarsi nel futuro riflette una mancanza di dimensione progettuale, che limita la capacità di immaginare il proprio percorso verso l’età adulta.

Disagio esistenziale e dispersione scolastica

Le difficoltà emotive si traducono in un rifiuto della scuola, conflitti con gli adulti, problemi relazionali e disturbi dell’umore. Nei casi più gravi, si verificano abusi di sostanze e comportamenti autolesivi, che in età adulta portano a disturbi emotivi e psichici persistenti. In questa dinamica, il ruolo della scuola come agenzia educativa si indebolisce, contribuendo all’aumento della dispersione scolastica e al declino delle prospettive future per i ragazzi.

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